La gioia di generare alla fede nella Chiesa di Roma: L’Istituzione Teresiana al Convegno Ecclesiale della Diocesi (13-16 Giugno 2011)
L’impegno per una rinnovata stagione di evangelizzazione è compito di tutti i membri della Chiesa. Nel discorso di apertura del Convegno, la sera del 13 giugno, in S. Giovanni in Laterano, Benedetto XVI ha esordito richiamandosi al primo annuncio di Pietro seguito alla Pentecoste. Il brano (At 2,14-41) scelto per illuminare la verifica pastorale è significativo per due motivi: il lieto annuncio comunicato per la prima volta, e la risonanza negli ascoltatori: “Si sentirono trafiggere il cuore”. La gente di Gerusalemme – commenta il papa – comprese che la Resurrezione di Gesù illumina l’esistenza umana.
Questo evento suscita una nuova comprensione della dignità dell’ uomo e del suo destino eterno, una conoscenza del dolore e dell’impegno nella società. Ciascuno di noi si senta motivato a portare al prossimo questo lieto annuncio, a riavvicinare alla fede giovani e adulti. Non è un compito esclusivo dei catechisti, ma di tutti i membri della Chiesa, a cominciare dai genitori, perché i bambini fin da piccoli hanno la capacità di apprezzare la grandezza di Dio, il valore della preghiera e dei riti, così come la differenza tra il bene e il male. Gli uomini dimenticano Dio perché riducono la persona di Gesù a “uomo sapiente”, e così ne viene affievolita o negata la divinità. L’impegno per una rinnovata stagione di evangelizzazione può far riscoprire la vicinanza di Dio in Cristo, vivente nella Chiesa, perché l’Eucaristia sia vissuta come sorgente di un’incisiva testimonianza della carità che rinnovi il tessuto sociale della nostra città.
Il card. Vicario Agostino Vallini nel suo discorso del 14 giugno si richiama alle parole del Pontefice e al fatto che all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, ma l’incontro con un evento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la dimensione decisiva (Deus caritas est, n. 1). Avverte che il nostro è tempo di missione e sollecita un rinnovato impegno di preparazione, specialmente per l’iniziazione cristiana. E’ l’intera comunità che genera alla fede, se è ricca di testimoni credibili, che come ricordava il beato Giovanni Paolo II, vivono ciò che proclamano. Il cardinale invita al coinvolgimento dei genitori nell’accompagnare la catechesi ai propri figli, perché sia per loro adulti una riscoperta della fede, che le distrazioni della vita possono aver affievolito, e per i loro figli, specie adolescenti, un forte incoraggiamento a camminare nella luce del Signore, in questa nostra epoca di dubbi e dimenticanza. Gli uomini del nostro tempo hanno nel cuore delle domande, sono sensibili ai segni di una vicinanza fattiva, che li accompagni a un coinvolgimento personale. La fede non è qualcosa di staccato dalla vita e la comunità parrocchiale può diventare polo di attrazione attraverso una pastorale dell’intelligenza, che dia ragione della propria speranza, narrando l’opera di Dio nella propria esistenza e nella storia dell’umanità.
Liliana Serratì