aesione di lavoro

“Affìdati all’audacia di Dio!”.

L’Assemblea Plenaria I.T. ad experimentum guarda alle sfide del terzo millennio

(Los Negrales, Spagna, 19-28 luglio 2011)

 

Aventuremos la vida!

Con questa calda e appassionata esortazione, tratta direttamente dagli scritti di Santa Teresa d’Avila (Vita 21, 4), la Direttrice Generale dell’Istituzione Teresiana ha concluso, lo scorso 19 luglio, il discorso di apertura dell’Assemblea Plenaria dell’associazione, che ha visto riuniti per 10 giorni (dal 19 al 28), presso la Casa di Spiritualità di Santa Maria de Los Negrales (nei pressi di Madrid), 85 membri, uomini e donne, in rappresentanza dei 30 paesi dove la stessa è presente.

 

 

Una esortazione appassionata, si diceva – che non trova, purtroppo, adeguata traduzione in italiano, se non in un “Giochiamoci la vita!” dove però il verbo non va inteso certamente come: “gettiamola via”, quanto in un: “non teniamola per noi”, “non conserviamola gelosamente” (cfr. Fil 2, 6-7), “mettiamola a disposizione (come i talenti della parabola; cfr. Mt 25, 14-30), a costo di donarla!” – per un evento particolarmente importante nella vita dell’associazione: l’Assemblea aveva infatti l’obiettivo di valutare il cammino dell’Istituzione negli ultimi cinque anni (la precedente si era celebrata nel 2006)  e, soprattutto, di definire le linee di missione che impegneranno tutti i membri, nei diversi contesti, per i prossimi 5-6 anni.

Un evento che si è celebrato in un clima di grande gioia, apertura, disponibilità all’ascolto. Le inevitabili e a volte profonde differenze culturali, socio-economiche, di genere, perfino di età, non sono state affatto un ostacolo, ma anzi una risorsa, nell’analisi della situazione in cui si trova il mondo e la Chiesa all’inizio del terzo millennio, e delle sfide che la stessa propone al carisma dell’I.T.

In tutti i presenti era forte la consapevolezza che la crescente povertà di tante persone e popoli; la crescente disuguaglianza tra regioni ricche e povere, ma anche all’interno delle stesse, tra comunità e gruppi sociali; l’acuirsi di situazioni di ingiustizia e di esclusione; la necessità di approfondire e sviluppare il dialogo interculturale, interreligioso e intergenerazionale, di rispondere al vuoto di valori che sembra avvolgere soprattutto le società del mondo cosiddetto “sviluppato”, interpellino profondamente una associazione cattolica i cui membri sono stati chiamati fin dall’origine, dal proprio Fondatore, ad essere “sale della terra” e “luce del mondo”, avendo come modello le prime comunità cristiane e mantenendo – come lo stesso San Pedro Poveda durante la sua vita – uno sguardo attento e lucido sulla realtà che li circonda, in Asia come in Africa, in America come in Europa (“Io che ho la mente e il cuore nel momento presente…” scrisse di se stesso il Fondatore nel 1935, un anno prima di donare la sua vita come martire).

Partecipanti Italia

Alternando le numerose sessioni di lavoro – sia in gruppi più o meno piccoli e variamente composti, sia in plenario – a momenti di festa, di interscambio e di celebrazione (ogni giorno si è celebrata l’Eucarestia e il lavoro è stato sostenuto da intensi e partecipati incontri di preghiera), gli 85 rappresentanti dell’Assemblea sono giunti, il giorno 27, alla votazione di un documento che – contestualizzato secondo le situazioni e le sfide particolari di ogni realtà – impegna tutta l’Istituzione, per i prossimi anni, a dare impulso alla propria azione di trasformazione della società, attraverso il Vangelo di Gesù e mediante l’educazione e la cultura, approfondendo (cfr. la sezione specifica su queste pagine) la “dimensione socio-educativa” del proprio carisma.

Il giorno successivo, 28 luglio, l’Assemblea si è conclusa di nuovo con le parole della Direttrice Generale, che nel discorso di chiusura ha esortato – tra l’altro – l’Istituzione a “non preoccuparsi di essere piccola o grande”, ma piuttosto a “guardare alla forza della propria missione” e ad “affidarsi all’audacia di Dio”.

La sera stessa, la solenne celebrazione eucaristica in occasione del 75° anniversario del martirio del proprio Fondatore, presieduta dall’Arcivescovo di Valencia e concelebrata dal Vescovo ausiliare di Madrid e da altri 15 sacerdoti, e che ha visto la partecipazione attenta e commossa di oltre 500 persone, è stata – per gli 85 partecipanti all’Assemblea – il giusto viatico per tornare ai rispettivi paesi, con il cuore colmo di gratitudine per l’intensa esperienza vissuta e pronti ad esortare a loro volta le rispettive comunità, da essi rappresentate, a rispondere all’invito – di S. Teresa e della Direttrice Generale – a “giocarsi la vita”!

 

Roberto Jori