Incontri del Tavolo Interassociativo per l’educazione

 

sguardi di speranzaLE ASSOCIAZIONI: LABORATORI DI SPERANZA

 

Il Tavolo Interassociativo, promosso dall’Ufficio Nazionale per l’Educazione, la Scuola e l’Università della Conferenza Episcopale Italiana, riunisce i rappresentanti di varie associazioni laicali impegnate nel campo educativo, offrendo un’opportunità di conoscenza, di dialogo, di confronto, che si arricchisce dell’esperienza specifica di ogni realtà associativa.

 

Da quando sono usciti gli Orientamenti Pastorali CEI per il decennio 2010 – 2020 “Educare alla vita buona del Vangelo”, questo documento è oggetto di particolare studio e approfondimento.

 

Nei tre incontri di questo anno 2011/12 è stato proposto di approfondire il tema educativo in rapporto alle virtù teologali. Ha iniziato Paola Bignardi nell’incontro di settembre scorso con una relazione su “Educare alla fede”, successivamente Riccardo Tonelli ha sviluppato il tema “Educare alla speranza”, infine, a marzo, Ernesto Olivero tratterà dell’”Educazione alla carità”.

 

La relazione di R. Tonelli, il 17 novembre scorso, ha suscitato un vivo interesse ed un arricchente dibattito. “L’impressione diffusa parla di uno stato di diffusa orfanità… per eccesso di fiducia sulle cose… - afferma Tonelli - La prospettiva di promozione della vita attraverso i beni quantitativi e il possesso delle cose, ha contribuito alla rottura della tavola dei valori condivisi… quei valori che un tempo facevano sperimentare la speranza anche a coloro che si trovavano deprivati persino del necessario. La speranza si allontana ormai dalla responsabilità, rifiuta il sacrificio che la costruzione del futuro richiede, e si nutre delle delusioni del presente...”

 

Fra le linee che Tonelli suggerisce: offrire uno sguardo di speranza, produrre fatti di speranza, narrare parole di speranza, particolare interesse ha suscitato la riflessione sul linguaggio per rendere possibile la comunicazione dell’esperienza; lui parla di un modello linguistico nuovo, di linguaggio narrativo, di “amorese”, di un linguaggio vicino a quello dei Vangeli, “il racconto dell’esperienza fatta stando con Gesù, che i discepoli consegnano a tutti, perché la vita incontrata diventi vita e speranza anche per noi”.

 

Dal dialogo sorge spontaneo l’impegno dei presenti a far sì che le associazioni diventino laboratori di speranza, le proposte siano spazi in cui si sperimenta una nuova qualità di vita, si apprende a leggere il quotidiano con sguardo di speranza, nella “compagnia” e condivisione di esperienze fra generazioni, dimostrando che quello che speriamo è possibile.

 

Produrre fatti di speranza comporta il coraggio di un’inversione di tendenza. Come? Possiamo annunciare questo futuro di speranza solo impegnandoci a rendere possibile e sperimentabile, almeno nel piccolo, quello che attendiamo, attraverso una presenza concreta, coraggiosamente innovativa, che sia capace di indurre fattivamente l’evento.”

 

Un impegno molto appropriato a questo tempo d’Avvento!

Daniela Corinaldesi