“Cento anni di compagnia e di futuro”:

 

Palermo celebra il centenario dell’IT

 

centenarioDopo un anno esatto dall’apertura del centenario dell’IT in tutto il mondo (11 gennaio 2011), anche la comunità di Palermo ha nuovamente celebrato l’anniversario della nascita dell’Opera di Poveda, proprio nel giorno in cui la Chiesa ha detto il suo sì all’Istituzione (11 gennaio 1924, approvazione dell’Istituzione Teresiana da parte del papa Pio XI). Mercoledì 11 gennaio 2012, nella cappella della Soledad, come un anno fa, la comunità di Palermo ha fatto memoria della storia dell’IT attraverso le immagini di un “power point” incentrato sull’ “albero centenario”, metafora della vita secolare di un’Istituzione fondata su radici solide e ben profonde, con rami folti e sempre verdi, pronto a dare nuova vita a fiori e frutti.

 

Il momento della memoria storica ha preceduto la celebrazione eucaristica, vero fulcro della serata, che ha dato un senso nuovo e ancora una volta “vivo” a questo evento da ricordare ma, soprattutto, da cui ripartire. “Cento anni di futuro, non di passato” li ha, infatti, definiti don Gaetano Montana, sacerdote agrigentino vicino alla famiglia teresiana, che ha guidato la celebrazione. “Essere compagni degli uomini dentro la loro storia” è quello a cui siamo chiamati, “cento anni di compagnia” sono quelli che ha vissuto l’Istituzione Teresiana e che deve continuare a vivere se vuole continuare a realizzare il “sogno” di Poveda, esemplare “compagno” degli uomini e delle donne del suo tempo.

 

Con queste parole don Gaetano ha portato avanti la riflessione incentrata sul vero e profondo significato dell’essere sale e luce del mondo. Lasciarsi immergere nella storia, come il sale che si lascia sciogliere nei cibi per dargli gusto, senza emergere o farsi sentire troppo però, per essere presenti senza diventare invadenti o protagonisti, “sparendo” come fa il sale, diventando “abbondanti” solo per custodire e conservare, proprio come fa il sale. Consumarsi come la luce quando deve illuminare, consumare la propria vita per gli altri, quindi, facendo tesoro dell’esperienza dell’essere salvati per poter salvare gli altri. Questi sono gli insegnamenti di Gesù, questo vuol dire essere discepoli, e questo significa, come suggerisce don Gaetano, “essere compagnia con l’umanità”.

 

A concludere la celebrazione è stato un segno: un sacchettino contenente chicchi di frumento accompagnato da un biglietto con l’augurio “Verso il secondo centenario… Come a San Pedro Poveda, il Signore ci metta nel cuore il desiderio di fare germogliare questi semi”.

 

E. S.