“Gesù nostro contemporaneo”: la presenza dell’I.T. al Convegno della CEI  (Roma, 9-11 febbraio 2012)

 

Gesu con noiDopo il primo grande incontro su «Dio oggi. Con lui o senza di lui cambia tutto» del dicembre 2009, il Comitato per il Progetto culturale della CEI torna a lanciare un messaggio forte e una provocazione al dibattito pubblico con un secondo evento internazionale dal tema «Gesù nostro contemporaneo» che si è tenuto a Roma dal 9 all’11 febbraio 2012; attraverso di esso si è voluto sottolineare la contemporaneità di Gesù, il suo carattere di persona viva, reale, portatrice di una luce e di una speranza capace di orientare l’uomo di oggi, l’uomo del Terzo Millennio. Agli uomini del nostro tempo è riproposto Gesù, il Cristo crocifisso e risorto, di cui parlano da secoli le grandi opere della cultura e la fede umile e operosa di tanti fedeli.

Il percorso offerto dal Convegno si è snodato nei termini della cultura attuale, con rigore critico e confrontandosi in maniera intellettualmente onesta con coloro che hanno di Gesù opinioni molto diverse. Proprio questo confronto ha aiutato a riflettere sulla «dimensione culturale» della «questione di Gesù». Non c’è ambito della vita umana, infatti, che non sia toccato dal volto di Gesù ed ogni epoca storica ha i suoi ambiti privilegiati. Oggi uno di questi è rappresentato sicuramente dalla cultura ed è stata questa l’intuizione che il Cardinale Ruini pose fin dall’inizio del Progetto culturale della Chiesa italiana: «Crediamo che si debba lavorare soprattutto per ricostruire i presupposti culturali che rendono la fede in Gesù Cristo ancora plausibile e praticabile. In gioco non è soltanto la fede, ma il senso stesso della realtà, della verità, della bontà, della bellezza e di tutto ciò che è profondamente umano. Per questo confidiamo molto nel contributo di tutti, credenti e non credenti».

Quattro sono state le sessioni in cui si è articolato l’evento:

  1. Accadde a Dio in Palestina;
  2. Ha unito a sé ogni uomo;
  3. Noi predichiamo Cristo crocifisso;
  4. Il Risorto Signore della storia.

Ogni sessione è stata aperta da una o due relazioni rivolte a tutti i partecipanti; i relatori che hanno parlato, provenienti da ogni latitudine, sono stati l’espressione riconosciuta dei più diversi mondi culturali e religiosi: ebrei, cattolici, protestanti, anglicani, agnostici, non credenti, tutte personalità che hanno dato il meglio di sé, non solo in base alla loro competenza ma alla loro capacità di farsi provocare da Gesù di Nazareth. Nell’affrontare il tema del giusto rapporto tra il Gesù storico e il Gesù della fede, il grande mistero della croce e della risurrezione, per il credente c’è un forte richiamo all’essenziale, un invito ad un’autentica conversione al Signore, unico salvatore del mondo. Annunciare Gesù  Risorto è annunciare Gesù come contemporaneo, cioè, la possibilità di incontrarlo e di seguirlo qui ed ora, di essere da lui salvati nell’oggi che viviamo. Lo aveva già scritto Sören Kierkegaard quando affermava che «l’unico rapporto etico che si può avere con la grandezza (così anche con Cristo) è la contemporaneità».

Secondo Benedetto XVI, la vita, e in particolare la risurrezione di Gesù Cristo pongono alla ragione umana la domanda su Dio e sul suo intervento nella storia: se, infatti, Cristo è soltanto un uomo, e soprattutto non è risorto, siamo costretti, alla fine, a ridurre la portata della sua vicenda.

«La vicenda di Gesù di Nazareth, nel cui nome ancora oggi molti credenti, in diversi Paesi del mondo, affrontano sofferenze e persecuzioni – scrive il Papa nel suo Messaggio a tutti i partecipanti del Convegno – non può dunque restare confinata in un lontano passato, ma è decisiva per la nostra fede oggi. Cosa significa affermare che Gesù di Nazareth, vissuto tra la Galilea e la Giudea duemila anni fa, è «contemporaneo» di ciascun uomo e donna che vive oggi e in ogni tempo? Ce lo spiega Romano Guardini con parole che rimangono attuali come quando furono scritte: - La sua vita terrena è entrata nell’eternità e in tal modo è correlata ad ogni ora del tempo terreno redento dal suo sacrificio … Nel credente si compie un mistero ineffabile: Cristo, che è “lassù”, “assiso alla destra del Padre” (Col 3,1), è anche “in” quest’uomo, con la pienezza della sua redenzione; poiché in ogni cristiano si compie di nuovo la vita di Cristo, la sua crescita, la sua maturità, la sua passione, morte e risurrezione, che ne costituisce la vera vita – (da Il testamento di Gesù, Milano 1993, p. 141). Gesù è entrato per sempre nella storia umana – conclude il Papa – e vi continua a vivere, con la bellezza e potenza, in quel corpo fragile e sempre bisognoso di purificazione, ma anche infinitamente ricolmo dell’amore divino, che è la Chiesa. A Lui essa si rivolge nella Liturgia per lodarlo e ricevere la vita autentica. La contemporaneità di Gesù si rivela in modo speciale nell’Eucaristia, in cui Egli è presente con la sua passione, morte e risurrezione. È questo il motivo che rende la Chiesa contemporanea di ogni uomo, capace di abbracciare tutti gli uomini e tutte le epoche perché guidata dallo Spirito Santo al fine di continuare l’opera di Gesù nella storia».

Terrasini, 18 febbraio 2012

Vita Orlando