“Ripartiamo dalla strada”: una giornata itinerante di fraternità MIT nel cuore di Palermo  (26 febbraio 2012)


 

Una giornata trascorsa nel cuore di Palermo, percorrendo strade, visitando luoghi e conoscendo realtà sociali diverse. È stato questo il quarto incontro dell’anno di fraternità MIT di Palermo. Un’intera giornata vissuta all’insegna del tema “Ripartiamo dalla strada”. Tema che si è concretizzato, non solo con le parole, ma con la possibilità di “toccare con mano” quello che c’è intorno a noi e che non conosciamo, con l’incontro di persone “reali” che vivono il sociale ogni giorno.

 

Domenica 26 febbraio 2012, gli amici del MIT di Palermo si sono dati appuntamento alla Cappella della Soledad, per pregare insieme e dare inizio alla giornata, che è partita con un percorso “itinerante” per le vie del centro storico cittadino. Insieme hanno visitato la Biblioteca delle Balate, centro di attività sociali con e per i bambini, operante grazie alla sinergia di gruppi e associazioni tra cui il Centro Pedro Poveda. Con la guida di Vitalba Sorrentino, il gruppo ha esplorato questo luogo, che oltre ad essere un “pezzo” di arte e storia palermitana, è “visibilmente” segnato dalla vita e dalle attività dei bambini.

Si è, poi, continuato il cammino verso il Centro Santa Chiara, nel cuore di Ballarò, un esempio d’impegno sociale con gli immigrati, ma anche un punto di riferimento importante per i bambini e le persone in difficoltà del quartiere. Padre Giovanni, uno dei sacerdoti salesiani attivi nel Centro e responsabile del lavoro con gli immigrati, ha illustrato la vita e le attività del Centro, oltre che la sua storia. Anche questo “tassello” del mosaico storico-artistico palermitano è stato in qualche modo “vissuto”, per una parte della giornata, dalla comunità palermitana, che ha celebrato la messa nella chiesa barocca presente all’interno del Centro, e che è stata anche ospitata per un piccolo pranzo a sacco condiviso in uno degli ampi spazi del luogo.

Il Centro Toniolo è stato, invece, il punto di raccordo in cui si è svolta la seconda parte della giornata. Lì il gruppo ha avuto modo di conoscere altre realtà attive nel territorio, ascoltando le testimonianze e la voce di persone impegnate in ambiti diversi. Alfonso Cinquemani, responsabile del Centro Astalli di Palermo, pensato esclusivamente per gli immigrati; Mario e Giovanna Giarratana, espressione “concreta” di una famiglia che vive quotidianamente la vocazione all’affidamento e all’adozione di ragazzi e bambini provenienti da diversi contesti sociali e culturali; don Sergio Natoli, responsabile dell’Ufficio missionario diocesano, insieme a un gruppo di persone che lo coadiuvano nel lavoro con gli immigrati; e infine alcune donne di etnie diverse, provenienti dai contesti dello Sri Lanka, delle Mauritius e della Costa d’Avorio. Tutte queste persone hanno dato voce a esperienze di vita diverse, che trovano nella cura e nella crescita degli altri e dell’impegno sociale il loro denominatore comune.

L’importanza dell’integrazione e del lavoro con gli immigrati, in una terra che è l’ “àncora” di salvezza per coloro che fuggono da una realtà devastata dalla guerra e dai tanti problemi che segnano il nostro tempo. Il ruolo della famiglia nella crescita dell’”altro” e nell’educazione ai valori fondamentali della vita e del rispetto dell’altro. Il valore dell’interculturalità oggi e l’importanza di creare una “famiglia” integrata seppur variegata. Alla luce di queste testimonianze vive e tangibili, si è conclusa la giornata di fraternità, organizzata e pensata con lo spirito di “uscire” dalle proprie case, per aprirsi alla città e conoscere le “cose buone” presenti nel territorio.

Emanuela Savio