Pedro Poveda, un carisma per l'oggi: una Eucarestia nella sede romana a dieci anni dalla canonizzazione del Fondatore dell'I.T.

cartelSabato 3 maggio, presso la sede italiana di Via Cornelio Celso 1, a Roma, l'Istituzione Teresiana ha celebrato il decennale della canonizzazione del suo Fondatore, San Pedro Poveda, con una Eucarestia presieduta dal Vescovo ausiliare del settore Nord di Roma, mons. Guerino Di Tora, e concelebrata da altri 4 sacerdoti, amici dell'I.T., tra cui il parroco della chiesa di San Giuseppe a via Nomentana, nel cui territorio si trova la sede.

Erano i "Primi Vespri" della ricorrenza - come ha sottolineato mons. Di Tora, scusandosi per non aver potuto rendersi disponibile nel giorno esatto della festa, il 4 maggio, a causa suoi precedenti impegni in diocesi - ma né questa circostanza, né il fatto che si trattasse di un giorno feriale, né l'orario fissato per la celebrazione (le 17,30) hanno impedito la partecipazione di un gran numero di membri dell'Istituzione, ma anche di amici, simpatizzanti, conoscenti, familiari, tutti desiderosi di esprimere la loro gioia e la loro gratitudine per il dono di un carisma più che mai attuale nella società e nella Chiesa dell'inizio del XXI° secolo.

Erano presenti, tra l'altro, la Direttrice Generale dell'Istituzione, Maite Uribe, e l'intero Consiglio di Governo generale, riuniti in questi giorni presso la sede internazionale dell'associazione, in Via Clitunno.

La celebrazione è stata introdotta da una monizione della Responsabile della "Associazione Primaria" dell'I.T. in Italia, Marina Bressan, che - dopo aver espresso il senso di gratitudine, a Dio e alla Chiesa, a nome di tutti i presenti, per la vita di Pedro Poveda e per il riconoscimento della sua santità - ha sottolineato la grande responsabilità che i membri dell'opera da lui fondata hanno, per diffondere il suo carisma nelle società e nelle culture in cui vivono e per portare la "Buona Notizia" del vangelo attraverso l'educazione e la cultura (si allega il testo completo).

Mons. Di Tora, da parte sua, nell'omelia - dopo aver riconosciuto, con straordinaria umiltà, di trovarsi di fronte ad una platea che certamente conosceva meglio di lui la biografia del Fondatore e i tratti fondamentali della sua spiritualità - ha voluto soffermarsi - e lo ha fatto con grande efficacia - sugli aspetti che più lo hanno colpito, e che più ritiene attuali nella società di oggi:

la possibilità, anzi la necessità di un rapporto fecondo tra fede e scienza, fede e cultura. "Fin dall'inizio della sua missione nelle grotte di Guadix, in Andalusia" ha ricordato "ha compreso che l'azione evangelizzatrice non poteva consistere nel solo 'dare pane', ma anche e soprattutto nell' 'educare'...";
la promozione del ruolo della donna nella società e nella Chiesa, tanto più importante oggi - ha affermato - in considerazione degli spazi che la donna sa e può "occupare" come operatrice culturale, in un mondo in cui - paradossalmente e specularmente - l'uomo sembra spesso volersi "arrendere", e  rinunciare al suo ruolo educativo, demandandolo solo alla scuola, alla parrocchia ecc.;
la proposta di una spiritualità, di uno "stile di vita" che inserisce pienamente l'uomo, il credente laico, nella contemporaneità. La proposta dei primi cristiani come modello va esattamente in questa linea - secondo il vescovo - ed è più che mai attuale: richiamando alcuni dei testi fondamentali di quel periodo della storia della Chiesa - tra cui la "lettera a Diogneto" - mons. Di Tora ha sottolineato come anche oggi ai cristiani sia richiesto di non distinguersi in nessun modo dagli "altri" (né nel linguaggio, né nel modo di vestire, né nei luoghi in cui abitare...), ma di essere invece "singolarissimi" nello stile di vita e in un "modo di essere e stare nel mondo" tale da poterli identificare - come afferma Gesù nel brano del Vangelo "proprio" della liturgia di San Pedro Poveda, proclamato per l'occasione (Matteo 5, 13-16) - come "sale della terra" (che dà sapore sciogliendosi e che preserva dalla putrefazione) e come "luce del mondo".

La serata si è conclusa gioiosamente con un semplice rinfresco offerto ai presenti, nelle sale della sede romana.