Incontro di Papa Francesco con i giovani ad Assisi

 
 

Vedere oltre: con uno sguardo attento e con un cuore che cerca di salvaguardare il proprio spazio interiore e nello stesso momento sa stare in mezzo a una folla, che ha un volto giovane, si coglie qualcosa di più profondo di un evento, si scorge e si accoglie un messaggio per la propria vita, in questo momento, nella sua concretezza, “qui, ora”.

Perché solo il percorso consente all’evento di sprigionare la sua energia. Spetta a ciascuno di noi trasformarlo in un percorso, fare in modo che possa generare il cambiamento”(Flavio Lotti). Un percorso che si intraprende nell’assenza della spettacolarità, lontano dalle riprese. Questo é il vero banco di prova dove le parole diventano vita vissuta nel quotidiano.

“La fede si fa sempre più viva quanto più si condivide, si trasmette” (Papa Francesco, Rio de Janeiro). L’abbiamo sperimentato lì, ad Assisi, un momento forte, capace di illuminare il quotidiano e le proprie scelte e di impregnarli di speranza e di coraggio.

Ora diamo la parola ai giovani.

 

Erano le 5 e mezza quando siamo arrivati ad Assisi, è sempre un'emozione, per me, guardare il mondo al mattino presto, quando tutto è ancora spento, quando tutti ancora dormono e alzare gli occhi al cielo per scorgere, nelle stelle, Colui che mai si addormenta.

Questa mattina le stelle erano coperte dalle nuvole ma Lui certo non dormiva, era presente e Vivo nella gioia, nella bellezza, nella forza delle nostre voci giovani, dei nostri volti assonnati e luminosi, nei nostri cuori ricolmi speranza.

Già, di SPERANZA, speranza di passare una bella giornata, di viverla serenamente, speranza di  vedere quel dolce uomo vestito di bianco, speranza di sentire belle parole, parole forti, che toccano il cuore o speranza di capire, proprio oggi, COSA VUOLE IL SIGNORE DA ME, per cosa mi ha creata. Altre volte il papa ci aveva invitati a porci questa domanda, troppe l'ho evitata o formulata superficialmente. Oggi, invece, il tempo era in abbondanza e davanti a me, oltre alla dorata e splendente Vergine che, maestosa, brillava nel cielo, c'era, grande più che mai, il volto dagli occhi immensi e luminosi, che ottocento anni fa parlò al cuore di Francesco. Proprio oggi quel volto voleva parlare al mio cuore, voleva toccarlo con la sua dolcezza, illuminarlo con la sua luce.

Quel volto d'amore, sì, quell'unico volto capace di trasformare la mia vita. Tra video e canzoni che facevano piangere e riflettere siamo arrivati all'Incontro, a quell'attimo di eternità che il Signore ci ha permesso di vivere insieme: la Santa Messa.


Ora il mio Dio non è più solo un'immagine, seppur meravigliosa, ma CORPO VIVO IN ME, che vuole davvero, con la sua potenza, rendermi una perla preziosa, una “meraviglia ai suoi occhi”. “Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”(Mt 11,25-30)

  “Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”(Mt 11,25-30)

Dopo l'Incontro un altro incontro, quello che tutti aspettavamo, con l'uomo semplice e dolce che guarda al mondo con gli stessi occhi di quel volto appeso proprio davanti a noi. Con le sue parole concrete mi apre una strada per riuscire a rispondere fino in fondo a quella domanda che da tutto il giorno aleggiava nel vento e nell'anima.

“È Dio che chiama; però è importante avere un rapporto quotidiano con Lui, ascoltarlo in silenzio davanti al Tabernacolo e nell'intimo di noi stessi, parlargli, accostarsi ai sacramenti. Avere questo rapporto familiare con il Signore è come tenere aperta la finestra della nostra vita perché Lui ci faccia sentire la sua voce, che cosa vuole da noi.(..) Il rapporto con Dio non riguarda solo una parte di noi stessi, riguarda tutto. È un amore così grande, così bello, così vero, che merita tutto e merita la nostra fiducia.”

Poi la benedizione, il papa passa ancora in mezzo a noi, ci saluta, ci sorride, e infine un ultimo grido “Noi qui ora!”. Guardo il cielo,  le stelle sono ancora nascoste dalle nuvole, ma Lui ora è in me!  (F. C.)

“Per me è stato bellissimo! Sentivo che, oltre a Papa Francesco, lì tra noi tra la folla c'era San Francesco ma soprattutto c'era Gesù, era tra noi si sentiva, mi sono sentita un'energia immensa quando siamo arrivati ad Assisi nonostante mi fossi svegliata alle 3 di notte, ne é valsa proprio la pena. La cosa più bella è che Papa Francesco è umile e sincero, mi ha colpito molto anche quando ha detto: ' Pregate per me, ne ho bisogno!', per non parlare di quando ci è passato vicino con la papa mobile: mi sono commossa, poi ha detto cose bellissime... "i giovani che perdono la speranza, perdono LA FEDE e i GIOVANI senza speranza non hanno senso, LUI HA FIDUCIA IN NOI!" (Chiara)

Ascoltare le parole del Santo Padre, rifletterci sopra e fare propri i messaggi rappresenta sempre un momento fondamentale per ogni cristiano e poterlo fare a pochi metri di distanza da Papa Francesco è un'esperienza indescrivibile. Avere avuto l'opportunità di andare il 4 ottobre a Santa Maria degli Angeli e poter dire "anch'io c'ero" mi riempie il cuore di gioia. La giornata è stata faticosa: sveglia prima dell'alba, corsa per non perdere il treno ed ore ed ore di attesa, accompagnate da piogge intermittenti...ma essere lì, circondata da altri 40 000 giovani non ha prezzo. Penso che sia proprio questa l'immagine che porterò nel mio cuore: tantissimi giovani che, come me, erano lì, quel giorno ad accogliere con entusiasmo e fede Papa Francesco, pronti a dimostrare (come ci hanno ricordato i  "The Sun", gruppo rock che ha allietato l'attesa) che a fianco alla gioventù di cui costantemente si sente parlare in TV ce n'è un'altra, altrettanto numerosa, se non di più, che "non fa testo nelle casistiche", ma che ha scelto di affacciarsi al mondo adulto accompagnata dalla fede in Cristo e dal vangelo. ( Ludovica Durante)

 La giornata è stata lunga, ma dentro di me quando sentivo che la stanchezza arrivava, cercavo di pensare a Lui, dicevo tra me e me: "FORZA VERONICA è QUASI GIUNTA ORA", stare lì molte ore, alzate, sdraiate, scomode, beh l'ho fatto, l'ho fatto per lui, sentivo dentro di me qualcuno che mi dava FORZA e CORAGGIO per non "buttarmi giù".

Tra canti, balli, preghiere, il sorridere con le amiche con cui ho condiviso la brioche del mattino, panino, succo di frutta, si erano fatte già le 15.00, l'ora prevista per la Santa messa, ma il tempo stringeva, contavo le ore, i minuti, i secondi, ed eccolo, arriva lui, sulla papa mobile, avrei avuto tanta voglia di abbracciarlo, di potergli parlare, ma così non è stato, ho però incontrato lui nella mia preghiera, ho pregato, pregato, pregato anche per lui, perché è stato anche questo quello che ci ha chiesto.

Per me è stato molto significativo perché ha parlato del senso della famiglia, dell'amore, essendomi sposata da soli due mesi, le parole che mi hanno colpito e che mi sono rimaste in testa, sono queste:  "tra mariti e mogli si litiga sempre, voi potete litigare, buttare i piatti l'uno all'altro, ma la sera quando andate a letto fate la pace".  Ho pensato subito a me e Salvatore, l'ho chiamato in diretta e gli ho fatto ascoltare tutto ciò che diceva.  Di questo abbiamo preso atto, spero di riuscire ad ascoltare le sue parole, di non litigare tanto  perché non serve a nulla.

Ed eccolo andare via, tremavo perché non vedevo l'ora di rivederlo passare, avevo scritto un biglietto perché benedicesse la mia famiglia e quella delle mie amiche che quel giorno hanno condiviso le stesse emozioni, ma non sono stata in grado di farlo arrivare a Lui questo bigliettino, ma ero contenta lo stesso, contenta di averlo visto, contenta di aver ricevuto la sua benedizione, l'unica cosa è che avrei voluto passare questa giornata con la persona che amo, ma non era con me per motivi di lavoro.

Io consiglio a tutti di sentire una sua messa, di partecipare a questi eventi, perché sono unici e indimenticabili. (Veronica)

Per me questa giornata ha significato molto per ciò che riguarda la conoscenza di me stessa; non ero mai stata ad Assisi! nel momento in cui siamo arrivati e ho visto di fronte a me quella bellissima basilica mi sono sentita subito libera di esprimermi ed essere me stessa, come se fossi a casa mia. Ho provato un gran senso di serenità e pace interiore che si accentuava sempre di più ad ogni collegamento ed ad ogni parola che Papa Francesco faceva e diceva. Nel momento in cui il papa è arrivato tra noi e mi è passato vicino è come se tutto quello che c'era attorno a me avesse smesso di esistere e ci fossi solo io e lo sguardo di papa Francesco che è come se mi volesse dire tante cose tra cui "grazie Giulia di essere qui". È come se per un momento mi fossi sentita la ragazza più fortunata e amata di tutta la terra più di quanto non lo sia. Questa giornata resterà nel mio cuore, come il mio amore per Dio e la mia fede, che continuerò a coltivare con costanza. Spero di viverne tantissime altre come questa e di poter avere l' opportunità di riicontrare la meravigliosa persona che è Papa Francesco. (Giulia)

Queste sono le testimonianze delle universitarie e delle ex-universitarie della residenza di Perugia che hanno colto l’invito della Pastorale Universitaria della diocesi: esprimono, anche se solo in parte, l’esperienza dei giovani, che si sono resi disponibili a rompere la routine quotidiana, per incontrare e ricevere una parola di speranza per la propria vita.

 

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