"Beati i poveri, i puri di cuore, i misericordiosi": la proposta di papa Francesco ai giovani, verso la GMG del 2016

"Nei prossimi tre anni vorrei riflettere insieme a voi sulle Beatitudini evangeliche, che leggiamo nel Vangelo di San Matteo (5, 1-12)".


Con queste parole papa Francesco si rivolge ai giovani di tutto il mondo, nel messaggio loro indirizzato, poche settimane fa (la data è quella del 21 gennaio, memoria di Sant'Agnese vergine e martire), per scandire l'inizio del cammino che - attraverso le "Giornate Mondiali" diocesane di quest'anno e del prossimo - condurrà alla celebrazione della GMG di Cracovia, nel 2016.


Ricordando lo "straordinario incontro" di Rio de Janeiro dello scorso anno, il papa propone ai giovani - in vista del pellegrinaggio internazionale che li vedrà convergere in Polonia tra due anni - di meditare sulle Beatitudini che Gesù proclama sulla riva del mare di Galilea, invitandoci "a seguirlo, a percorrere con Lui la via dell'amore". "Le Beatitudini" afferma Francesco "sono portatrici di una novità rivoluzionaria, di un modello di felicità opposto a quello che di solito viene comunicato dai media, dal pensiero dominante".


Il percorso che il papa propone ai giovani parte, quest’anno, dalla prima Beatitudine: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli” (Mt 5, 3). Nel 2015 ci si soffermerà su “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5, 8); mentre nel 2016, a Cracovia, il tema sarà “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5, 7).


Soffermandosi più specificamente sulla beatitudine proposta per quest’anno, Francesco afferma di rendersi  conto di quanto possa sembrare paradossale, soprattutto in questo tempo di crisi, accostare “povertà” e “felicità”; ma spiega, nel messaggio, che la “povertà in spirito” di cui parla il Vangelo non deve intendersi solo come povertà “materiale”, ma anche come “umiltà”, “consapevolezza dei propri limiti”, coscienza – in fondo – di dipendere in tutto e per tutto dal Signore. Affinché questo tipo di povertà diventi “stile di vita”, sono necessari – secondo il papa – tre atteggiamenti:


1) essere liberi nei confronti delle cose: essere sobri, non cedere alla cultura del consumo;


2) essere sensibili alle necessità spirituali e materiali di tutti i poveri della terra; prenderci cura di loro, rimettere al centro la cultura della solidarietà;


3) essere aperti a ciò che i poveri possono offrirci ed insegnarci, consapevoli che essi non sono solo persone a cui noi possiamo e dobbiamo dare qualcosa; “i poveri sono come maestri per noi” ammonisce Francesco: “ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca”.


Ricordando, alla fine del messaggio, l’ormai prossima canonizzazione di Giovanni Paolo II – ideatore e in un certo senso “patrono” delle GMG – papa Francesco affida a lui l’inizio di questo cammino; lui che – come scrive il pontefice – “nella comunione dei santi continuerà ad essere per tutti voi un padre e un amico”.


E chiede, concludendo, a Maria, madre di Gesù – che nel canto del Magnificat ha specialmente affermato di essere la prima tra i “poveri in spirito” – di aiutare i giovani e tutti i cristiani ad incarnare le Beatitudini nella propria vita e ad avere “il coraggio della felicità
.


r.j.

IL MESSAGGIO