Le aggregazioni laicali verso il Convegno di Firenze:

un'occasione da non perdere

 

Le aggregazioni laicali italiane che si riconoscono nella CNAL (Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali) si sono ritrovate a Roma, lo scorso 16 maggio, per una Assemblea specialmente dedicata alla preparazione del prossimo Convegno Ecclesiale Nazionale (9-13 novembre 2015), dal titolo "In Gesù Cristo il Nuovo Umanesimo". Un appuntamento di particolare significato, per i laici impegnati nelle associazioni e nei movimenti: un'occasione - forse l'ultima, come è stato sottolineato nella relazione introduttiva - per rendere manifesta e significativa la loro presenza - peraltro sempre più necessaria, anche nella logica del rinnovamento portato avanti da papa Francesco - nel corpo vivo della Chiesa.

 Per l'occasione, il Comitato Direttivo aveva richiesto alle singole aggregazioni di assicurare una presenza che non fosse limitata alla sola rappresentanza "ordinaria" - costituita dal Responsabile nazionale o da un suo delegato - ma che fosse allargata ad altri membri. Buona parte della mattinata, infatti - dopo la celebrazione eucaristica presieduta dall'Assistente, mons. Ugo Ughi, e la relazione introduttiva a cura di p. Giulio Michelini o.f.m. - è stata dedicata alla condivisione di esperienze e proposte, in vista del Convegno e con riferimento alla realtà vissuta da ciascuna aggregazione, a partire dalle "cinque vie verso l'umanità nuova" proposte dalla "Traccia per il cammino verso il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale", predisposta dal Comitato preparatorio: cinque "vie" per discernere anche nel nostro paese i percorsi per quella "nuova evangelizzazione" che papa Francesco propone nella "Evangelii Gaudium" a livello planetario. Cinque vie, esplicitate da altrettanti verbi: USCIRE, ANNUNCIARE, ABITARE, EDUCARE, TRASFIGURARE.

L'Istituzione Teresiana è stata, con il Movimento dei Focolari, una delle aggregazioni che con maggiore entusiasmo hanno risposto all'appello del Comitato Direttivo, assicurando la presenza di un rappresentante per ciascuno dei 5 gruppi di lavoro, uno per ciascuna "via". E la condivisione nei gruppi - come testimoniato dalla sintesi che i rispettivi "portavoce" hanno portato in plenario, subito dopo la pausa per il pranzo - è stata sicuramente ricca e feconda, consentendo ai rappresentanti delle varie aggregazioni, ma anche delle Consulte Diocesane che hanno assicurato la loro presenza, di far sentire la loro voce, di approfondire la conoscenza reciproca, anche attraverso alcune critiche - peraltro espresse con franchezza ma in modo molto costruttivo - alle attuali modalità di presenza dei laici nella Chiesa italiana, e anche ad alcune espressioni e concetti espressi dalla stessa "Traccia".

Che il momento attraversato dal laicato cattolico italiano sia "critico", del resto, non è sfuggito a nessuno dei presenti. Sin dall'inizio dei lavori la Segretaria Generale Paola Dal Toso ha lamentato lo scarso apporto dato da diverse aggregazioni alla Consulta, segno - a suo dire - di scarso spirito ecclesiale... Ma è stato soprattutto padre Giulio Michelini, nella sua ricca e stimolante relazione introduttiva - il cui testo integrale alleghiamo in calce al presente articolo - ad evidenziare in modo puntuale i "nodi" che il laicato cattolico si trova ad affrontare, alla vigilia del Convegno.

Il relatore è partito da una stimolante riflessione su quella che ha intitolato "la giornata di un laico (Gesù) a Cafarnao", così come viene narrata nel Vangelo di Marco (Mc 1, 21-34). Gesù stesso - ha detto p. Michelini - era in tutto e per tutto un "laico", come testimoniato dalle sue origini galilaiche, dal fatto che non appartenesse ad una tribù sacerdotale, dall'aver esercitato quasi tutto il suo ministero in Galilea, appunto, piuttosto che a Gerusalemme e nel Tempio. E' stato quindi un errore, secondo p. Michelini, l'aver considerato nel tempo Gesù come "sacerdote", nel corso della sua vita terrena: questa qualifica, nella Scrittura, gli viene attribuita nella lettera agli Ebrei, ma in un significato nettamente diverso; e comunque l'aver enfatizzato il carattere "sacerdotale" della figura di Gesù ha condotto all'equivoco di ritenere che la valorizzazione del ruolo dei laici nella Chiesa passasse per una progressiva attribuzione, ai laici, stessi, di compiti "sacerdotali" (distribuire la Comunione, fare un'omelia), piuttosto che per quell' "ordinare secondo Dio le realtà temporali", sancito con forza dal Concilio Vaticano II (LG, 31) ed oggi ripreso con forza dal magistero di papa Francesco.

Nel quadro della necessaria riscoperta dell'importanza fondamentale del ruolo e della responsabilità dei laici nella Chiesa si colloca, secondo p. Michelini, il Convegno di Firenze e il cammino di preparazione verso lo stesso. Il relatore ha guardato con occhio molto critico il Convegno di Verona di dieci anni fa, soprattutto riguardo agli effetti - pressoché nulli, a suo parere - sul concreto svolgersi del cammino della Chiesa italiana. Per questo le aggregazioni laicali non possono perdere oggi l'occasione del Convegno, a pena di auto-condannarsi ad una pericolosa "irrilevanza", proprio nel momento in cui la loro presenza autorevole e qualificata sarebbe assolutamente decisiva. Ma questo - ha concluso - sarà possibile solo se le aggregazioni saranno capaci di superare i loro particolarismi, di porre fine alle reciproche critiche e invidie, recuperando un senso di "ecclesialità" del quale un maggiore e più convinto contributo agli organismi di partecipazione - quale è appunto la Consulta - sarebbe un primo fondamentale segno.

 

r.j.Maddalena Pievaioli e P. G. Michelini