Il 50° anniversario della chiusura del Concilio e l'Anno Santo della Misericordia: due appuntamenti per i movimenti e le aggregazioni presenti nel Pontificio Consiglio per i laici

Lo scorso 23 giugno i "Movimenti e Aggregazioni laicali e Nuove Comunità", rappresentati nel Pontificio Consiglio per i Laici (tra cui l'Istituzione Teresiana), sono stati convocati presso la sede del Consiglio, in Piazza San Calisto a Roma (Trastevere), per essere informati - e contemporaneamente per fare proposte e offrire contributi - in ordine alla celebrazione di due importanti eventi che interesseranno prossimamente la Chiesa universale:

 
1.    50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II (e in particolare dell’emanazione del decreto “Apostolicam Actuositatem” sull'apostolato dei laici)


2.    “Anno Santo della Misericordia” indetto da papa Francesco


L'incontro è stato presieduto come sempre da S.E. il card. Stanislaw Rylko, che - prima di affrontare i due argomenti principali all'ordine del giorno - ha richiamato, nella sua introduzione, la celebrazione – avvenuta il 22 novembre del 2014 – del III° Congresso Mondiale dei Movimenti ecclesiali e Nuove Comunità, e in particolare al discorso tenuto dal papa in quella occasione.


I punti principali del discorso del papa – che secondo il card. Rylko devono essere tenuti presenti nel momento in cui affrontiamo le prossime sfide – sono stati:


•    L’importanza, per ciascun movimento o aggregazione, di preservare la freschezza del proprio carisma;


•    La necessità di “accogliere” e “accompagnare” nel loro cammino di fede gli uomini e le donne del nostro tempo, rispettando i tempi personali di maturazione e la libertà di ciascuno;


•    L’importanza di mantenere la comunione nella Chiesa e con la Chiesa, a tutti i livelli (Chiesa universale, diocesi, parrocchia) ricercando sempre ciò che unisce.


Come in altre occasioni (ad es. la celebrazione della “Messa Crismale” durante l’ultima Settimana Santa), il papa - come ha ricordato il card. Rylko - si è poi soffermato sul rischio della “stanchezza” nel vivere il proprio carisma, distinguendo tra “stanchezza buona” (quella che deriva dall’intensità del lavoro missionario; rif. Mt 11,28) e “stanchezza cattiva” (quella che scivola nell’autoreferenzialità, che fa “rimpiangere la pentola di carne dell’Egitto” – rif.  Es 16,3 – o “abbandonare il primo amore” – rif. Ap. 2,4).


Dopo un momento di condivisione delle risonanze del Congresso, il cardinale è passato alla trattazione dei due punti dell’o.d.g.


1 - CELEBRAZIONE DEL 50° DELLA CHIUSURA DEL CONCILIO VATICANO II


Il Cardinale ha iniziato ricordando come i movimenti ecclesiali e le “nuove comunità” – ad eccezione di alcuni che preesistevano (come l’Istituzione Teresiana, n.d.r.) – siano uno dei frutti più belli del Concilio, il frutto di una “nuova Pentecoste” scaturita dallo stesso. Ma il nostro “debito di riconoscenza” verso il Concilio va saldato mettendolo in pratica, perché – malgrado molto di ciò che nel Concilio è stato affermato e stabilito sia ormai entrato nel quotidiano – molto resta ancora da fare.


Ricordando che il 50° cadrà esattamente durante la celebrazione del Sinodo sulla famiglia, Rylko ha affermato che questa sarà un’occasione unica perché ogni singolo cristiano laico e ogni comunità si chiedano: “A che punto siamo?”, e si dedichino alla riscoperta del proprio carisma, secondo la specifica modalità laicale ("cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio", L.G. n. 31), agendo come “sale… luce… lievito” (Mt 5,13-16; Mt 13,33; Lc 13,21).


Ha richiamato ancora una volta il magistero di papa Francesco, e in particolare la sua preoccupazione per il “clericalismo” che impedisce la crescita del laicato e la sua libertà, e per il fenomeno della “clericalizzazione dei laici” (che debbono assumersi nella Chiesa le responsabilità che loro competono, senza che questo significhi svolgere compiti propri dei sacerdoti). Il Cardinale ritiene indispensabile che i laici riscoprano le radici della propria vocazione, anche attraverso lo studio e l’approfondimento dei documenti del Concilio, ma anche della “Christifideles laici” di Giovanni Paolo II e della “Evangelii Gaudium” di Francesco.


Ha concluso ricordando la attuale difficile situazione dei cristiani in alcune parti del mondo, spesso sottoposti agli attacchi di chi si oppone al Vangelo. Al riguardo - e quasi introducendo la trattazione del tema successivo - Rylko ha ricordato un discorso di papa Benedetto XVI ai vescovi svizzeri (nel 2006), nel quale il pontefice affermava che ogni apparente “sconfitta di Dio” nel mondo è, per Dio stesso, l’occasione di un ulteriore atto della sua infinita Misericordia.


Come gesto concreto per celebrare il 50°, si è pensato di organizzare un Convegno – già fissata la data, il 10 novembre 2015 – nel quale i cristiani laici saranno chiamati ad interrogarsi sul cammino percorso in questi 50 anni.


Anche in questo caso, i presenti sono stati chiamati a condividere risonanze e significati della celebrazione.


2 - ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA E CONTRIBUTO DEI MOVIMENTI


Ricordando come anche Giovanni Paolo II abbia dato al concetto di “Misericordia” una rilevanza tutta particolare, dedicandole una specifica enciclica – “Dives in Misericordia”, la sua seconda, pubblicata nel 1980 – fin dall’inizio del suo pontificato, il card. Rylko ha notato come la “Misericordia” costituisca l’elemento chiave, il “filo conduttore” del pontificato di papa Francesco.


Ha citato alcuni passi dell'omelia tenuta dal papa nella Messa dei Primi Vespri della domenica della Divina Misericordia ("in Albis") di quest'anno, quando Francesco ha spiegato il motivo per il quale,a suo parere, era necessario indire un "Giubileo della Misericordia". Secondo il papa, quello che stiamo vivendo è un tempo in cui dobbiamo guardare il mondo riscoprendo l'essenziale, e in particolare i segni sempre presenti della tenerezza di Dio nei confronti del mondo; occorre riscoprire di essere toccati da Gesù e dalla sua misericordia, per diventarne a nostra volta testimoni.


I movimenti  e le aggregazioni laicali e le nuove comunità non possono, secondo il card. Rylko, restare indifferenti di fronte alla celebrazione del Giubileo, magari perché assorbiti ciascuno dalle proprie attività e scadenze. Non sono state date per ora indicazioni specifiche in tal senso, prendendo anche atto della volontà del papa che le celebrazioni siano "decentrate" e vissute pienamente anche a livello di diocesi e di parrocchie. Ma è importante che ogni realtà ecclesiale viva in pienezza e consapevolezza la celebrazione dell'Anno Santo: la chiave potrebbe essere la riscoperta, da parte di ciascun movimento e aggregazione, del proprio carisma, come frutto della misericordia di Dio...


"Noi" ha concluso il Cardinale (intendendo "noi movimenti") "siamo qui, grazie alla misericordia di Dio!".


r.j.