"Immaginate di essere migranti...": una proposta di riflessione da una giovane del MIT

Su questo sito ci siamo già occupati più volte – l’ultima, subito dopo il terribile naufragio nel quale, lo scorso mese di aprile, persero la vita oltre 800 persone – del tema dei migranti: uno dei più scottanti della nostra epoca, perché riguarda un numero ormai incalcolabile di uomini, donne e bambini costretti a fuggire dalle loro terre a causa delle guerre, delle persecuzioni religiose, delle privazioni, dell’impossibilità sostanziale di vivervi una vita degna, per cercare un po’ di pace e di fortuna in Europa.

Un tema sul quale si gioca la credibilità delle cosiddette “democrazie occidentali”, e della loro pretesa di essere modelli di giustizia e di umanità… ma anche la credibilità della nostra testimonianza cristiana, perché oggi più che mai è soprattutto nei confronti di questi nostri fratelli che si misura la nostra capacità di essere tra coloro che un giorno Gesù potrà collocare alla sua destra e chiamare “benedetti”, perché ogni volta che avremo dato loro da mangiare o da bere o li avremo accolti, lo avremo fatto a Lui (cfr. Matteo 25, 31-46).


Dopo i terribili fatti di alcuni giorni fa, quando soprattutto a Treviso e in una periferia romana alcuni abitanti si sono rifiutati di accogliere alcuni migranti in strutture collocate all’interno dei loro quartieri, Maria Teresa - una giovane studentessa di Giurisprudenza, prossima alla laurea, che frequenta il MIT Giovani di Roma - ha postato sul suo profilo facebook una riflessione che ci è sembrata molto efficace, nella quale invitava i suoi “amici” e tutti i suoi potenziali “lettori” a mettersi nei panni dei migranti, immaginando che anche nelle nostre città avvenga ciò che sta avvenendo in Siria, in Iraq, in Libia, in Nigeria, e in ogni luogo dove il fondamentalismo religioso si sta impadronendo del potere rendendo la vita impossibile a chiunque la pensi diversamente.


Ci sembra giusto, oggi, lasciare a lei – a una giovane appassionata della giustizia e della solidarietà – questo  spazio dedicato alla riflessione sui temi di più stringente attualità per la Chiesa e per il mondo…


Roberto Jori
Responsabile Editoriale
I.T. Italia


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Immaginate (ma veramente) che la città in cui vivete - Roma, Napoli, Milano, Firenze - sia sotto assedio da forze fondamentaliste senza scrupolo (chi ancora li ha potrebbe farsi raccontare dai nonni cosa vuol dire vivere in tempi di guerra).


Immaginate che nel giro di pochi mesi questi tipi riescano a conquistare i centri di potere a forza di bombe, decapitazioni e stupri. Immaginate che il posto dove ogni mattina vi recate per andare al lavoro diventi la base di qualche fondamentalista folle e sia ormai il luogo perfetto per esecuzioni, decapitazioni ed esperimenti.


Immaginate che in un giovedì mattina di mercato decidano di far esplodere una bomba proprio lì, dove si va a vedere se si trova qualche vestitino oppure per comprare la frutta.


Immaginate che i bus che prendete per spostarvi in città possano essere arbitrariamente dirottati o presi d'assedio da questi tipi che vi derubano di tutto.


Immaginate di dover vivere col coprifuoco, di non potervi esprimere liberamente, di studiare su libri che non scegliete voi.


Immaginate che state per "mettere su famiglia". O già vi siete sposati. O già avete bambini, fratellini.


Immaginate di volere un futuro migliore. Per voi e per i vostri familiari.


E allora con sacrificio probabilmente cercherete di resistere il più a lungo possibile. Di raccogliere più soldi possibili.

Di tentare di uscire da una città, un paese ormai in rovina. Volete andare via da un posto dove all'ordine del giorno ci sono decapitazioni, costrizioni, dove non c'è libertà, né futuro per voi e i vostri figli.


E allora che fate?


Immaginate di affidarvi ad uno di questi scafisti.


Voi siete coscienti del fatto che sono delinquenti... ma rappresentano per voi l'unica ancora di salvezza. Accettate tutto.


Partite con un gommone e affrontate la traversata. Immaginate di voler arrivare in Spagna. Ma immaginatevi pure il viaggio. Giorni interminabili senza cibo né acqua. Immaginate che vostro figlio/cugino/amico/fratello ha il diabete ma gli buttano in mare lo zainetto contenente le medicine salvavita. Immaginatevi pure questo bambino morire e immaginatevi anche il senso di impotenza davanti a questo evento.


Dovete immaginarle veramente queste cose!


Immaginate di riuscire ad arrivare sulla terra ferma. Immaginate di arrivare in Francia anziché in Spagna. E vorreste avvertire i parenti rimasti a casa, rassicurarli, ma appena vi danno un cellulare scorgete da lontano dei tipi (locali del posto in cui siete arrivati) che manifestano proprio all'ingresso del centro in cui vi hanno accolto. Non capite. Cercate di chiedere cosa stia succedendo. Poi vi viene detto che manifestano contro di voi. E di nuovo non capite.


Immaginate di essere trasferiti in un posto per poter avere un letto, un bagno, per poter avere un posto in cui stare. Vi fanno salire su un pullman. Ma durante il tragitto assistete a scontri tra poliziotti e persone del posto.
Per un attimo pensate di essere ritornati al vostro paese, non vi sentite accolti, vi assale la nostalgia, il malumore, la disperazione per non riuscire a trovare un posto del mondo dove ci sia PACE.


DAVANTI A QUESTE DISGRAZIE NON C'È NESSUNA GIUSTIFICAZIONE CHE TENGA. L'UMANITÀ, IL DIRITTO ALLA VITA, IL DIRITTO ALLA PACE NON PUÒ ESSERE SOLO PER POCHI ELETTI -FORTUNATI.


Certo, le politiche di accoglienza e di organizzazione hanno le loro criticità, ma nessuno, NESSUN uomo o donna può permettersi di dire che un uomo venuto da un'esperienza e da una situazione del genere non può essere accolto perché gli italiani hanno già i loro problemi.


Forse non è chiaro un concetto. Non dovreste fare beneficenza perché sono persone inferiori a voi e vanno aiutate. Non dovreste cacciarli perché non sono degni di tutela solo perché non sono italiani.


Sono fratelli, uomini UGUALI a noi, con gli stessi diritti, con gli stessi doveri. E questi principi prescindono dalla politica (di destra o di sinistra).


Manifestate perché li trasferiscono in un centro vicino alla vostra casa? Mi dite per favore chi siete voi per dire se un uomo ha diritto o meno di stare in un posto?


Mi dite, concretamente, ad oggi, cosa vi hanno tolto? Vorrei sentire esperienze personali e dirette. Non quelle raccontate da chissà quale intermediario...

 


CONVENZIONE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO


ARTICOLO 5: Diritto alla libertà e alla sicurezza.
Ogni persona ha diritto alla libertà e alla sicurezza. Nessuno può essere privato della libertà.


ARTICOLO 14: Divieto di discriminazione.
Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione.



Maria Teresa Abbagnale