L'Istituzione Teresiana celebra i 25 anni dall'approvazione degli Statuti attuali


"L'Opera, provvidenziale. Opera pensata per questo tempo".


PancartaCon la citazione di queste parole di Pedro Poveda - piene di grato stupore per la fondazione dell'associazione ispiratagli dalla Vergine di Covadonga (la "Santina"), e riportate anche nella c.d. "Lettera dell'Anno 2015" inviata dalla Direttrice Generale a tutti i membri dell'Istituzione Teresiana - si conclude il messaggio che la stessa Direttrice e tutti i membri del Consiglio di Governo che la affiancano, hanno indirizzato all'Istituzione, in occasione della celebrazione del 25° anniversario della promulgazione degli attuali Statuti dell'I.T. (21 novembre 1990), che riconoscono l'Istituzione come "Associazione Internazionale privata di fedeli di diritto pontificio".


"E' una celebrazione che ci rallegra" si legge nel messaggio "e ci richiama ad una rinnovata presa di coscienza delle implicazioni attuali di questo evento ecclesiale che ha segnato profondamente la vita dell'Istituzione e ha consentito il dispiegarsi della potenzialità del carisma". In effetti, all'approvazione degli attuali Statuti l'Istituzione è arrivata - come il messaggio ricorda - dopo un lungo e "intenso processo di studio e di discernimento in risposta al richiamo del Concilio Vaticano II al rinnovamento in fedeltà allo spirito e al carisma del Fondatore": dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice di Diritto Canonico promulgato da Giovanni Paolo II nel 1983, l'Opera fondata nel 1911 da San Pedro Poveda e approvata dal papa Pio XI l'11 gennaio del 1924 come "Pia Unione di fedeli laici", trovava nella nuova figura giuridica piena rispondenza con quelle che fin dall’inizio erano le intenzioni del Fondatore.

I nuovi Statuti impegnano oggi tutti i membri, sia quelli che fanno parte della c.d. Associazione Primaria, sia quelli delle Associazioni Cooperatrici, ciascuna delle quali ha poi un proprio specifico Regolamento.

Nel Decreto del Pontificio Consiglio dei Laici del 21 novembre 1990, con il quale gli Statuti vengono promulgati, si afferma tra l'altro - citando il n. 18 della "Evangelii Nuntiandi" di Giovanni Paolo II - che le finalità di questa "Opera della Chiesa" sono "in profonda sintonia col rinnovamento spirituale, comunionale e missionario voluto dal Concilio Vaticano II e, specialmente, con la necessità, importanza e urgenza di una presenza cristiana nei vari ambienti e istituzioni dell'educazione e della cultura, per 'raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell'umanità, che sono in contrasto con la Parola di Dio e con il disegno della Salvezza' (cit. anche in Christifideles laici n. 44).

Il cammino del'Istituzione in questi 25 anni è stato, in fondo, tutto svolto in questa direzione. E la memoria di questo cammino - si legge nel messaggio della Direttrice Generale e del Consiglio di Governo - vuole essere una "memoria profetica che ci impegna personalmente, comunitariamente e associativamente nella lotta per far divenire realtà questa nuova terra che intravediamo e che preghiamo giunga presto": come ha detto papa Francesco nell'Incontro mondiale dei movimenti popolari, lo scorso 9 luglio: "Nessuna famiglia senza casa, nessun contadino senza terra, nessun lavoratore senza diritti, nessun popolo senza sovranità, nessuna persona senza dignità, nessun bambino senza infanzia, nessun giovane senza possibilità, nessun anziano senza una vecchiaia veneranda".

Testo del messaggio



I.T.