La traslazione delle spoglie mortali di Elisa Giambelluca

Isnello giugno 2016

Isnello, un paesino delle Madonie, nei giorni dal 12 al 18 giugno, ha vissuto un evento che ha condotto lì persone provenienti da diversi centri della Sicilia, da Rossano in Calabria, da Roma e da varie parti della Spagna, un evento, in cui si è celebrata la forza testimoniale della fede vissuta nel quotidiano, senza gesti eclatanti, ma con la forza che viene dalla presenza dello Spirito: la traslazione delle spoglie mortali di Elisa Giambelluca, di cui è in corso il processo di beatificazione, dal Cimitero di Isnello ad una cappella della Chiesa Madre.

 Elisa è nata a Isnello il 30 aprile del ’41, era una giovane donna dall’aspetto esteriore delicato e fragile, ma decisa e forte nel vivere i valori in cui credeva. Sempre sorridente, sempre delicata e affabile nel tratto, sempre disponibile, sempre pronta a prendersi cura e a spendersi per gli altri, sempre soprannaturale con grande spontaneità e naturalezza.

Le sue doti naturali furono sviluppate e potenziate dal suo vissuto vocazionale che la portò ad essere un membro dell’Istituzione Teresiana.  Elisa conobbe l’Associazione nel periodo universitario, vissuto a Palermo nella Residenza  gestita dalla stessa Istituzione.

Il fondatore dell’Istituzione Teresiana S. Pedro Poveda, chiedeva ai membri di vivere come i primi cristiani, mettendo Cristo alla base della propria vita per diventare veri testimoni.  A questo scopo indicava come mezzi fondamentali la preghiera, lo studio e la formazione, per poter essere nella società capaci di portare i valori cristiani e con questi trasformare la realtà per mezzo dell’educazione e della  cultura. Aspetto importante della spiritualità è anche l’amore a Maria, molto forte nel vissuto di Elisa, insieme ad altre sottolineature, che lei incarnò molto bene: la  naturalezza, l’essere comuni esteriormente e singolari interiormente, la laboriosità, la mansuetudine, l’essere austeri con sé stessi e dolci con gli altri, l’ umiltà, la fraternità …

S. Pedro Poveda  diceva che i membri dell’Associazione dovevano essere:

 “Eminentemente umani e pieni  di Dio …”

Elisa seppe incarnare pienamente questo ideale. Dopo la laurea esercitò la professione docente a Rossano in Calabria, a Torino e in Sabina e per un lungo periodo guidò sempre a Rossano la sperimentazione nel liceo pedagogico. Eminentemente umana, fu un’ educatrice seria ed efficace, sensibile ai bisogni  dei giovani, dei bambini e dei meno dotati, dimostrando una grande capacità di valorizzazione della persona e di attenzione ai bisogni della realtà che la circondava. Attenta ai valori  familiari si adoperò per i genitori, fratelli e nipoti, con la preghiera sempre e, con l’attenzione costante e continua. In qualunque ambiente si faceva agente di pace e di comunione, non cercando mai il primo posto e dando ad ognuno fiducia e responsabilità.

Le caratteristiche della vita di Elisa che interpellano e permettono di dire che è arrivata alla santità sono tante ed è il suo stesso diario che ci permette di dare nome a quello che hanno respirato le persone che hanno avuto l’opportunità di starle accanto.

Elisa anno 1983“Desidero essere santa, nell’umiltà più vera. Dio abbatte i superbi e innalza i poveri: essere così, povera, povera per essere ricca di Te. Cercare la povertà, amarla. Per dare Te. Fare sul serio nella ricerca di Te solo"

“Prometto di fare tutto per essere santa … Questa vuole essere una promessa reale perché fondata sulla fiducia incondizionata che Lui può tutto, che Maria mia madre non mi lascerà … Una santità senza rumore, ma vera e feconda per la Chiesa”

“… Elisa deve scomparire. Deve vedersi solo Lui e sua Madre” e ancora “ Vorrei in questa novena vivere con mia Madre una intimità insuperabile. Tutto con Lei e come Lei per essere più amata da Te, Gesù.“

“Una comunione profonda con Te , il Padre e Lo Spirito, mi sembravano la mia meta. Adesso mi ritrovo povera, arida, lontana dalla realtà che avevo intravista. Voglio solo che mi mantenga la mano sulla testa per essere cristiana sul serio anche se nella Croce …… La contemplazione del tuo Volto  Santo altre volte mi ha aiutato a più alte cose. Adesso non so contemplare niente. Eppure ti cerco Signore!”

“Tutta la mattina ai piedi del Maestro in silenzio. Una cosa sola è necessaria, guardarlo. Tenere gli occhi fissi su di Lui.

… Immensità di Dio in cui mi perdo. Gloria a Te, Dio Santo. Essere in te per una creatura misera piccola, povera e peccatrice è possibile? Niente è impossibile a Dio, mi risuona dentro. Grazie. E se fosse illusione …

… Ho la certezza che Lui è in me e solo in lui sono sicura. Sono aperta a Lui e alle sue esigenze …”

“ Buona parte della notte sono stata con il salmo 136 e soprattutto con il ritornello:

 Eterna è la sua misericordia. La misericordia! Bisogna che diventi sostanza della mia vita.

Il suo nome è Signore, il suo nome è eterna misericordia. E’ Lui che mi copre mi avvolge. E’ Lui che mi fascia, è Lui che mi conduce. Io sono al ritmo della sua misericordia. Avverto la presenza sua in me e accanto a me, una presenza viva e misericordiosa. Io, la mia persona, non ha importanza Lodo e benedico e ringrazio. E’ una presenza così viva che in qualche momento ho paura. E se fossi allucinata? Il maligno può dar pace? Io ne ho tanta come mai.

E’ come se vivessi in Lui. Sperimento dentro di me, in tutto il mio essere che Lui è il mio Signore e il suo nome è misericordia eterna.

Possibile che Tu Signore ti riversi così abbondantemente in me che ho tanto resistito alla tua grazia? Ho solo voglia di stare in silenzio, di adorare e lodare questa presenza misericordiosa.

Il Signore è buono e grande nell’amore. Fa tutto Lui. Io mi sento accoglienza e tutto è suo dono. Grazie! La sua misericordia mi rinnova Desidero solo stare in ascolto. Sentimenti di lode e di timore.

Egli è l’eterno, è l’assoluto ed è in me. E’ il santo e mi santifica. Ed io… Tutto è capovolto, è entrato e sta e la vita è diversa. Do senza propormi di dare. Sono materna senza propormi di essere madre. E’ Lui che fa tutto. Grazie.
Sono in pace. Cammino nella storia, vedo la storia, la mia storia con occhi nuovi.  La sua Misericordia è tutto

Le frasi del suo diario e i ricordi di chi l’ha conosciuta direttamente, o di chi l’ha conosciuta attraverso il  diario, hanno animato i momenti di incontro e di preghiera che, nella settimana, si sono succeduti fino al giorno della traslazione e collocazione nella Chiesa.

Serva di Dio Elisa GiambellucaLa cerimonia è iniziata con una processione, con la bara portata da quattro sacerdoti della diocesi di Cefalù, Elisa negli ultimi giorni della sua vita offrì la sua sofferenza proprio per i sacerdoti di questa diocesi e preceduta da una lampada accesa portata da un membro dell’Istituzione e poi tanti, compaesani, familiari, membri dell’ Istituzione, ex alunni, ex colleghi, amici…

La celebrazione Eucaristica è stata semplice e forte, le parole che il Vescovo ha scelto, per dire chi era Elisa e la sua santità, sintetizzano bene questo intenso momento ecclesiale: “Elisa non ha fatto cose straordinarie, ma ha fatto straordinariamente bene le cose ordinarie”.

Il 5 luglio data della sua morte è stato ancora un momento per ricordare Elisa e per imparare da lei a vivere il nostro essere cristiani.

A. Sartarelli