Michela e Rosario: due giovani, due esperienze concrete di integrazione europea

Roots and wings

Educazione per un Mondo Interdipendente (EDIW), è un'associazione Internazionale "No Profit" (aisbl) che, in collaborazione con l'Istituzione Teresiana, porta avanti nelle università, in organizzazioni e centri educativi, diverse iniziative che mirano a sviluppare le capacità dei giovani e favoriscono pratiche ed esperienze professionalizzanti di avviamento al mondo del lavoro. EDIW è registrata in Belgio con sede legale a Bruxelles. E’ capofila del progetto “Roots and Wings” (Radici e Ali) ed è partner in un progetto in Erasmus Plus denominato DARE+.  Ha coordinato l’appuntamento  nella capitale Belga di DARE+, che segue a quello tenutosi a Padova nel luglio del 2015, coordinato dall’Università di Padova.

Michela, universitaria de La Sapienza, ospite del Collegio Villa Ximenes nell’anno accademico 2015/2016 ha partecipato nel mese di luglio a Bruxelles al training di “DARE+” - Developing All-Round Education - progetto inserito nell'ambito del programma Erasmus Plus dell’Unione Europea. Questo progetto si propone di sostenere gli studenti universitari nello sviluppo di competenze generiche (teamwork, leadership, risoluzione dei conflitti, comunicazione interculturale, imprenditorialità sociale) in contesti non formali come, per esempio, nei collegi universitari.

Rosario, studente di Giurisprudenza all’Università di Palermo, ha partecipato a Roma - sempre nel mese di luglio - al progetto “Roots and Wings” (Radici e Ali) inserito nel programma Erasmus Plus che affronta con i giovani quattro sfide sociali: educazione, inclusione, occupazione giovanile e partecipazione. L'incontro a Roma ha ripreso e approfondito queste tematiche precedentemente affrontate a Madrid nel luglio 2015. Attraverso queste sfide si cerca di sviluppare e potenziare nei giovani: la capacità di comunicare in altre lingue, la cittadinanza attiva, l'iniziativa e l'imprenditorialità, il dialogo interculturale e l'attitudine ad "imparare a imparare".
Qui di seguito, tutti i due raccontano la loro esperienza. Prima Michela, e poi Rosario.

l'Europa, comunità di persone simili

Michela: l'Europa, comunità di persone simili

Il pomeriggio dell’undici Luglio, giorno del nostro arrivo a Bruxelles, ci siamo presentati l’un l’altro riuniti in un grande cerchio, ognuno una breve descrizione di sé, della propria vita, di cosa lo aveva portato lì.

La mattina seguente abbiamo conosciuto Julia, la quale ci ha parlato di “Europe as a project”, dell’importanza di essere cittadini europei e di sentirsi fieri di esserlo, di appartenere a qualcosa di più concreto di quanto si possa immaginare. Siamo poi stati divisi in gruppi in previsione dell’incontro con i commissari che avremmo intervistato il giorno seguente e, per tutta la giornata, abbiamo pensato e preparato le domande da porre loro.

A BruxellesUn bel maglioncino per fare bella figura e siamo andati a visitare la commissione, il giorno seguente. In generale, l’esperienza della mattinata ha avuto un riscontro positivo: ad un gruppo sono state offerte perfino delle fragole, dimostrando, così, che non è vero che la politica fa perdere la propria umanità – almeno non sempre. La giornata è proseguita con la visita della commissione europea e con un interessante discorso del direttore generale per la comunicazione riguardo l’integrazione da parte dell’Unione Europea e il ruolo della commissione europea come esecutrice politica dell’Unione.

La visita al Parlamento europeo della giornata di giovedì è stata davvero emozionante. Anche qui, divisi in gruppi ma in base alla propria nazionalità, abbiamo intervistato alcuni parlamentari europei con cui avevamo precedentemente preso appuntamento.

Venerdì è stato il giorno più significativo del progetto, a mio parere: ognuno ha rappresentato uno Stato, differente dal proprio d’appartenenza e, come se fossimo in parlamento, abbiamo affrontato due tematiche importanti, ovvero l’educazione e l’integrazione politica, ed ogni Stato ha esplicitato la propria idea al riguardo.

Il seminario mi ha fatto capire l’importanza dell’Unione Europea, ma ogni persona con cui ho avuto a che fare, seppur un semplice scambio di battuta o sguardo, mi ha fatto capire quanto simili siamo tra noi. Siamo stati insieme, siamo stati bene, ognuno con la propria versione dell’inglese, personalizzato a seconda della città di provenienza, ognuno con la propria storia e con le proprie abitudini. Ogni piccola differenza riscontrata non ci ha impedito di conoscerci, di interagire l’un l’altro, ma è stata una porta verso qualcosa di sconosciuto ma incredibilmente affascinante.

Alla fine, mi sono ritrovata a non essere più una semplice spettatrice: era avvenuto un cambiamento in me. Mi sono sentita di far parte di qualcosa di grande, bello, puro; pur conoscendo quelle persone solo superficialmente, le ho sentite vicine e, soprattutto, simili a me. Se tutto questo significa far parte di ciò che è l’Unione Europea, allora che sia diffusa concretamente l’emozione di farne parte.

Michela Angelini
Facoltà di Fisica, La Sapienza - Roma


una società dove si costruisce la fratellanza

Rosario: per una società dove si costruisce la fratellanza

La settimana di training del progetto “Radici e Ali” tenutosi a Villa Ximenes dal 18 al 23 luglio 2016 (da lunedì a sabato) non è la mia prima esperienza in un contesto internazionale di studi, ciò nonostante ritengo sia stata una delle più formative. La settimana è stata un crescendo di emozioni. Sono state gettate le basi per lo sviluppo di un mondo migliore, di un ponte per il futuro. La partecipazione di tutti, ognuno mediante il proprio vissuto personale, ha contribuito all’arricchimento dell’altro. Soprattutto oggi, nell’era della Brexit e dei “muri” che separano i popoli, parlare d’integrazione, di cooperazione e di opportunità è fondamentale.

La sfida lanciata è sicuramente quella di apprezzare le diversità, trarre il meglio dall’altro. L’essere nato nella generazione Erasmus mi ha consentito e mi permette tuttora di vedere il locale con gli occhi del globale, di osservare la nostra società da cittadino del mondo. Prima di essere siciliano, italiano, europeo, occidentale sono cittadino del mondo e come tale ho il dovere di contribuire al miglioramento di questo.

Radici e AliTutti dovrebbero avere l’opportunità di partecipare ad attività del genere, attività attraverso le quali prendere coscienza di come al di là dei confini nazionali ci sia molto altro e di come questo molto altro influisca nel nostro modo di vivere. Il cambiamento tanto auspicato per l’Europa passa anche attraverso progetti finalizzati all’educazione dei giovani i quali rappresentano l’energia pulsante della società di oggi e la speranza di un futuro migliore, sia a livello individuale che collettivo.

Questo breve ma intenso seminario ha avuto a oggetto temi attualissimi: migrazione, integrazione, sviluppo, cooperazione. Reali problemi dell’Europa di oggi, tuttavia, correlati alle risorse che noi giovani possiamo mettere in campo per poter dare il nostro contributo.

Radici e AliLa presenza di un ampio numero di giovani dai 18 ai 30 anni, provenienti da più Paesi, ha reso possibile la suddivisione in più gruppi di lavoro nei quali era garantita la rappresentanza delle diverse nazionalità, una “diversità” che ha fatto si che emergesse la massima creatività.

Fondamentali, nel corso della settimana, sono stati gli input, gli elementi di riflessione fornitici dagli organizzatori e promotori del progetto. Tuttavia, oltre che per l’interesse ai temi trattati e all’ascolto di brillanti interventi di esperti nel settore, il motivo per cui porterò sempre con me questa esperienza concerne i legami istaurati durante la settimana di seminario.

L’obiettivo teso alla sensibilizzazione dei giovani verso una partecipazione attiva e responsabile dei problemi della società odierna e l’individuazione congiunta delle possibili soluzioni a tali problematiche, è stato, a mio avviso ampiamente raggiunto dalla settimana di training in questione. Auspico di poter continuare a partecipare a esperienze di questo tipo nelle quali si tenta di gettare un seme teso alla costruzione di una società più inclusiva, equa e solidale, e dove si vive e si costruisce la fratellanza.

Rosario Ceresi
Facoltà di Giurisprudenza, Università di Palermo