Incontro, Audacia, Accoglienza:

le parole chiave della Pasqua della comunità siciliana


Pasqua a Caltanissetta  

Il giorno 13 aprile un gruppo di 30 persone, si è messo in cammino verso Caltanissetta, per andare a vivere insieme il triduo Pasquale: quei tre giorni che, ci mettono in contatto con il cuore della nostra fede, il suo mistero fondante: la Morte e Risurrezione di Gesù Cristo, dono di salvezza per ogni uomo e donna che lo accetta.

Il gruppo risultava piuttosto vario: si andava dagli ultra ottantenni ai bambini ai primi passi e, volendo cercare di sintetizzare in una sola parola che cosa abbiamo vissuto, diremmo: “Incontro”; incontro con il Signore e incontro tra di noi. Il Signore si è fatto trovare proprio nell’incontro con ognuno di noi.

Via CrucisUn’altra parola aveva accompagnato la nostra preparazione: “Audacia”, e pensiamo che entrambe le parole, sono andate acquistando significato e pregnanza mano a mano che passavano i giorni.

Abbiamo rivissuto, nell’intimità dell’ultima Cena, l’esperienza di un amore che si fa servizio e dona senza misura se stesso.

Il venerdì, ci ha ripetuto ancora una volta che, chi sceglie di vivere amando, accetta con amore anche la sofferenza che gliene può venire e, al tempo stesso, ci siamo sentiti solidali con tutti i sofferenti e le sofferenti del mondo e abbiamo chiesto a Gesù di andare loro incontro e di sostenerli.

Pasqua 2017A proposito dei sofferenti del mondo, come non ricordare che alcuni di noi hanno potuto celebrare con i ragazzi dell’Istituto Penitenziario Minorile di Caltanissetta sia il giovedì che il venerdì Santo? Esperienza di fraternità e condivisione che, all’interno della Passione di Cristo, assume un significato ancora più profondo.

Il sabato, il silenzio, ci ha parlato forte di ascolto, di accettazione del dono, di disponibilità e, nell’accettazione del dono, di lasciarci cambiare, a nostra volta, in dono.

Pasqua 2017Il sabato è stato anche il giorno del confronto sull’esperienza, confronto pieno di emozione e di emozioni forti, commovente nella partecipazione ai sentimenti ed alle parole dell’altro, vissuto come famiglia. Confronto che si è fatto anche memoria di avvenimenti passati, la cui luce si proietta sul presente e sul futuro dell’Istituzione Teresiana in Italia, e della comunità siciliana in modo particolare. Sicuramente chi l’ha vissuto lo ricorderà per anni.

La notte del sabato è stata un’esplosione di gioia, in cui abbiamo toccato con mano, grandi e piccoli, la presenza del Signore Risorto tra di noi e in noi. La Sua presenza che trasforma e ci fa essere famiglia, la Sua famiglia, radunata dall’ Amore e inviata a parlare di Lui con audacia perché “il mondo creda”.

Pasqua 2017La domenica l’abbiamo trascorsa a Favara ed abbiamo celebrato la messa in un luogo caro a tanti di noi, la Chiesa di Maria Santissima del monte Carmelo. L’omelia di Albert, il giovane ed allegro sacerdote che ci ha accompagnato, ci ha dato ancora una volta la certezza tangibile della ricchezza dell’incontro: ha usato diverse parole a noi care, ma una su tutte va ricordata: “Accoglienza”. Ha aggiunto che nella sua vita non rivivrà mai un incontro come questo, che si porterà nel cuore e lo racconterà nella sua terra, il lontano ed al momento sofferente Venezuela.

L’esperienza si è conclusa allegramente in un ristorante di Favara.

Ci sembra bello concludere con la frase di un giovane partecipante alla esperienza, che probabilmente racchiude e sintetizza ciò che abbiamo vissuto: “questa è la Pasqua, viverla tra noi in famiglia”.

 

 

Anna Maria Sartarelli

Giuseppe Sajeva