Oggi sono venuti i Tedeschi


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 Sabato 13 gennaio è stato presentato a Roma nella sala conferenze del’Istituzione Teresiana, in via Cornelio Celso 1, il libro di Anna Doria “Oggi sono venuti i tedeschi”.
In una sala gremita da un pubblico attentissimo, si sono potuti ripercorrere momenti molto particolari di un periodo della storia italiana e in particolare romana.


i relatoriL’autrice, Anna Doria, torinese residente da molti anni a Roma, è stata docente di lettere negli istituti superiori. E’ appassionata di storia e in particolare del periodo del fascismo e della seconda guerra mondiale.

L’incontro è stato introdotto dalla Prof.ssa Paola Palagi, direttrice dell’Istituzione Teresiana Italia, che ha cominciato facendo un breve riferimento alla tematica del libro che racconta   come cinque giovani membri dell’I.T., provenienti dalla Spagna, si siano prodigate per accogliere persone ricercate, ebrei, sfollati, nel pensionato universitario di via Gaeta, tra il 1943 i il 1944 in un momento così critico per la città.
Ha inoltre sottolineato che questo tipo di ricerca, che aiuta a “fare memoria”, è importante in questa fase storica in cui, in Europa, si ripropongono idee e comportamenti che sembravano ormai decisamente superati e rifiutati, e s’impone con urgenza un dovere di informazione e di sensibilizzazione verso le nuove generazioni.   

presentazione libroIl primo relatore, il professor Antonio Parisella, già docente all’Università di Parma, esperto di storia della Resistenza ed a lungo impegnato nella direzione del Museo storico della liberazione a Roma, ha parlato del valore della resistenza civile non armata, attuata dalla quasi totalità della popolazione di Roma.
In questo quadro si colloca l’impegno di queste cinque giovani teresiane che hanno ospitato, correndo gravi rischi, persone tra loro assai diverse ed anche famiglie con bambini. Tutto ciò è testimoniato puntualmente nei diari quotidiani della casa che venivano redatti a mano in piccoli quaderni e che l’autrice si è preoccupata di rintracciare e vagliare attentamente.
interventi di alcuni partecipantiDa essi emergono le difficoltà per reperire cibo in un periodo in cui era razionato, la paura per i bombardamenti, la solidarietà verso tante persone che soffrivano e che non avevano idea di che cosa riservasse loro il futuro.
La seconda relatrice, la professoressa Gemma Luzzi, attualmente responsabile del servizio educativo del Museo della Liberazione di Roma, si è soffermata sul contributo specifico che le donne hanno dato alla resistenza civile ed ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro approfondito e attento svolto da Anna Doria, per la scelta da lei fatta dei brani dei diari e per il loro sintetico ed efficace inquadramento nella storia di Roma in quei mesi di occupazione.
Il libro ha carattere divulgativo, ma la narrazione, vivace e fluida, è fondata su elementi storici ben documentati e può interessare un vasto pubblico di lettori.

Anna DoriaInfine l’autrice ha presentato alcuni momenti particolarmente significativi della sua ricerca, in particolare quando è riuscita a rintracciare persone che erano state accolte con i loro familiari in via Gaeta e ad ottenere una loro testimonianza scritta che si trova nel volume.
Ha messo inoltre in evidenza che, tra i numerosi documenti presenti nel testo, particolarmente importante dal punto di vista storico per le possibili interpretazioni successive, è il documento che riporta il divieto del Vicariato di dare accoglienza ad ebrei. Nel diario è riportato che subito dopo, nonostante il divieto, un parroco chiese rifugio per una ragazza ebrea e risulta che successivamente altri ebrei furono accolti a via Gaeta, come anche in tante altre comunità presenti a Roma.
Anna Doria ha inoltre sottolineato come il comportamento di queste cinque teresiane fosse ispirato ai valori trasmessi dal fondatore, San Pedro Poveda che riteneva essenziale un’attenzione rivolta al qui e ora cioè al presente ed alle sue esigenze, come spazio in cui è possibile vivere la dimensione di una “incarnazione bene intesa”.

 Alla fine della presentazione diversi sono stati gli interventi di alcuni partecipanti.
Ha colpito in modo particolare quello della dott.sa Antonietta Ariaudo che lavora nella segreteria generale dell’Ente Nazionale Aviazione Civile (ANAC) che ha sede proprio nell’edificio di via Gaeta. La signora, visibilmente commossa, ha detto che ormai entrare in ufficio per lei avrebbe rappresentato un’emozione particolare nel ricordo di quanto quei locali hanno rappresentato per tante persone.

M. Orlando