IN ASCOLTO DEI GIOVANI - PRESINODO 2018
TAVOLA ROTONDA PRESSO LA SEDE IT DI ROMA


In questo anno 2018 la Chiesa si mette in ascolto dei giovani. “Attraverso i giovani – si legge nell’introduzione al Documento preparatorio del Sinodo sui giovani –, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi.” Per questo ha deciso “di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia” nella convinzione che “ascoltando le loro aspirazioni possiamo intravedere il mondo di domani che ci viene incontro e le vie che la Chiesa è chiamata a percorrere”.

Varie sono le modalità che sono state attivate per rendere possibile a tutti i giovani, cristiani e non, di esprimersi, soprattutto grazie al web, che oggi è la via di comunicazione più utilizzata dai giovani. Ma c’è un’altra novità che caratterizza il prossimo Sinodo dei giovani 2018, cioè la convocazione di una riunione presinodale, che si terrà a Roma dal 19 al 24 marzo 2018 a cui sono stati invitati “giovani provenienti dalle diverse parti del mondo – ha sottolineato il Pontefice – sia giovani cattolici, sia giovani di diverse confessioni cristiane e altre religioni, o non credenti”.

L’obiettivo è quello di dare la possibilità ai giovani di presentare ai Padri Sinodali, che si riuniranno in Assemblea nell’ottobre 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, un documento in cui esprimono il loro punto di vista sulla realtà, le loro idee, il loro sentire, le loro proposte. Vi parteciperanno 315 ragazzi e ragazze in rappresentanza dei giovani dei 5 Continenti, ma attraverso i social network anche coloro che non parteciperanno fisicamente alla Riunione presinodale, potranno unirsi a quanti si incontreranno a Roma, facendo sentire la propria voce, affinché i frutti della Riunione presinodale siano il più possibile espressione dell’intero mondo giovanile.

Di queste iniziative in preparazione del Sinodo 2018 ha parlato alla comunità AP dell’Istituzione Teresiana Elizabeth Hawkins che lavora nell'ufficio giovani del Dicastero per il Laici, la Famiglia e la Vita, coinvolta appunto nella preparazione del Sinodo.

Insieme a lei altre 4 persone dell’IT hanno partecipato alla tavola rotonda sui giovani, che si è tenuta l’ultimo giorno dell’anno 2017 nella sede IT di Via Cornelio Celso a Roma, con lo scopo di offrire spunti di riflessione in preparazione al Sinodo.

 Possiamo affermare che il tema dell’ascolto ha caratterizzato, direttamente o indirettamente, tutte le riflessioni. Ad esempio è stato significativo, a mio parere, che la relatrice più giovane, la psicologa Francesca Antonelli abbia impostato la sua relazione sull’adulto, indicando ciò che caratterizza questa tappa nello sviluppo psicologico della persona, alla quale con difficoltà i giovani riescono ad accedere e dalla quale gli adulti fanno fatica a passare alla tappa successiva, nell’illusione di un eterno giovanilismo.

D’altra parte il Rapporto Giovani 2017 su “La condizione giovanile”, presentato per l’occasione da Daniela Corinaldesi, conferma il dilatarsi delle varie fasce d’età, in particolare di quella giovanile, ma non per scelta dei giovani, che anzi manifestano il desiderio di uscire dalla famiglia d’origine e farsi una propria famiglia più presto di quanto in realtà riescano a fare, perché le condizioni economiche e soprattutto la mancanza di un lavoro non glielo permettono. Si arriva così all’amara considerazione che un Paese non può crescere se non sa valorizzare le capacità e la vitalità dei trentenni, cosa che dovrebbero tenere molto presente coloro che saranno chiamati a governarci nei prossimi anni.

Il gruppo di ricerca che ha curato il Rapporto Giovani 2017 ha lavorato molto anche sull’uso dei social da parte dei giovani, in particolare dei NEET (coloro che non studiano né lavorano) non solo per capire che uso né fanno, ma per trovare modalità per poter orientare la loro ricerca e attivarli per uscire dalla condizione di immobilismo in cui vivono. Ad esempio un campo in cui potrebbero trovare una opportunità di impegno con una ricaduta anche formativa è quello del volontariato, eppure è scelta da un numero esiguo dei NEET.

Del volontariato appunto ha parlato Anna Maria Donnarumma, inquadrandolo nell’ambito della cittadinanza attiva e vedendone le diverse possibilità, come il volontariato internazionale, il servizio civile, l’alternanza scuola/lavoro. Quest’ultima, come anche la metodologia del service learning, hanno un ruolo importante nell’educazione al servizio e nella formazione globale della persona.

Infine i temi della fede e della pastorale vocazionale sono stati toccati rispettivamente da Daniela Corinaldesi, che ha presentato alcuni dati della indagine sulla fede nei giovani di F. Garelli, in “Piccoli atei crescono. Davvero una generazione senza Dio?” e da Vita Orlando, che ha ripreso e illustrato il cambiamento di impostazione nella pastorale vocazionale suggerito da Amedeo Cencini.

Dalla ricerca di F. Garelli risulta che i giovani italiani che si dichiarano non credenti rappresentano il 28 % del totale, molti di meno che in altre nazioni europee. Molti di quelli che si dichiarano “atei”, lo diventano, anche se hanno vissuto esperienze positive in parrocchia, in movimenti, in casa, non per esperienze negative o un confronto problematico su certi temi, ma piuttosto perché non avvertono più la necessità del trascendente. Un aspetto inedito che risulta dall’indagine è il rispetto reciproco fra credenti e non credenti, impensabile o quasi qualche anno fa. Inoltre fa riflettere il fatto che molti giovani che si professano atei ritengano plausibile credere in Dio anche nella società contemporanea ed anche che siano colpiti da figure significative di sacerdoti impegnati nel sociale e dalla persona di Papa Francesco.

Questi dati che provengono dai giovani intervistati, in qualche modo confermano la visione della pastorale vocazionale che propugna A. Cencini il quale afferma che ogni cammino di novità al riguardo è autentico nella misura in cui si rifà allo stile di Gesù, perciò si fonda più sull’essere che sul fare, per cui Cencini può affermare: Ecco l’unico vero criterio vocazionale, dal quale deriva l’unica, vera pedagogia vocazionale, come metodo e come fine è l’amore per il Signore, vissuto da un piccolo gruppo di uomini e donne.


                                Daniela Corinaldesi


Per approfondire:


http://www.synod2018.va/content/synod2018/it.html

La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2017, Il Mulino

F. Garelli, Piccoli atei crescono. Davvero una generazione senza Dio?, Il mulino 2016

http://www.rapportogiovani.it/category/osservatorio-giovani/

http://eis.lumsa.it/la-scuola/cosè-il-service-learning

http://www.clerus.va/content/clerus/it/incontri-ed-eventi1211/nuove-realta-in-materia-vocazionale---p--amedeo-cencini.html