Cronaca ONU Ginevra 2018
Riceviamo da Anna Maria Donnarumma una interessante relazione sulla sua partecipazione alla 38° sessione del Consiglio per i Diritti Umani (HRC) a Ginevra dal 25 al 28 giugno 2018.
L’ "emozione" ha segnato la mia esperienza, fin dall'inizio, in questo mio primo viaggio a Ginevra, come una delle rappresentanti dell'Istituzione Teresiana presso le Nazioni Unite, membro di ECOSOC (Consiglio Economico e Sociale), con 20 anni di presenza.
Gli edifici
All'aeroporto mi ha accolta e poi accompagnata Berta Marco, membro dell’Istituzione Teresiana, ex ricercatrice dello IEPS (Istituto Studi Pedagogici Somosaguas) nell’ambito matematico. L’incontro con lei è stato fondamentale per conoscere la città, in particolare ho ammirato la piazza di fronte all'edificio centrale delle Nazioni Unite con la famosa sedia "mutilata", per non dimenticare le tante vittime di mine terrestri. È un simbolo, che esprime bene il significato dell'ONU e la sua richiesta di impegnarsi a garantire i diritti umani in favore di ogni persona "senza lasciare nessuno dietro" (to leave no one behind).
L'organizzazione degli spazi interni è molto appropriata alle molteplici attività, tra i dibattiti in plenaria, nella famosa Sala XX e gli "eventi collaterali", tutti ben indicati nel "Bollettino degli incontri" (HRC) e nel "Programma del giorno" che vengono pubblicati e distribuiti, ogni mattina, con l'elenco degli oratori e l'abstract del loro discorso.
Le sessioni di lavoro
Abbondante il materiale "circolante" di ciascuna area geografica che spiega e accompagna lo sviluppo di ogni sessione, che dimostra bene l'attenzione che istituzioni, pubbliche e private, e organizzazioni della società civile (CSO - ONG con status consultivo), hanno messo e continuano a mettere a disposizione di tutti gli interessati per la preparazione di questi eventi.
Le consuete sessioni del Consiglio dei diritti umani (siamo alla 38a) si svolgono tre volte l'anno. Sfortunatamente, ci sono ancora molti ostacoli all'applicazione di tutti i diritti affermati e dichiarati in molti paesi del mondo. A volte solo alcuni diritti sono riconosciuti e nemmeno per ogni cittadino. Si pensi ai palestinesi, ai curdi, ai tamil, al Kashmir, ecc.
La Revisione periodica universale (The Universal Periodic Exam UPR)
Interessanti sono le segnalazioni di violazioni, ben articolate dalle (CSO-ONG) dello stesso paese, a cui si aggiungono quelle dei paesi che fanno parte della "troika" per il controllo periodico del rispetto e della vigenza dei diritti nei diversi Stati membri ONU. In questo senso, colpisce che i paesi in cui vi sono violazioni degli stessi diritti che denunciano per altri paesi (il Venezuela, ad esempio), possono denunciare gli altri in relazione ai medesimi diritti che non rispettano.
Per me è stato fondamentale ascoltare di prima mano la Revisione periodica sul rispetto dei diritti umani in Francia, una revisione che si tiene ogni quattro anni per gli Stati membri delle Nazioni Unite (198). Sono state fatte annotazioni critiche che dovranno essere prese in considerazione dal paese, rispettando, in toto, i diversi articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani.
L'obiettivo generale delle diverse riunioni è di consentire agli Stati membri e alle altre parti interessate di monitorare i progressi compiuti in modo globale e di sostenere i difensori dei diritti riconosciuti come violati. Si alternano dinamiche di "responsabilità" nella denuncia e di "advocacy" per la ricerca di soluzioni adeguate (competenze nella consulenza).
La IT di fronte alla sua missione
La documentazione specifica presenta anche e definisce questioni rilevanti, come l'uguaglianza di genere che è stata discussa nella prima settimana, ma che si è potuta utilizzare grazie alla pubblicazione fatta da UN Women. La sua definizione è implementata con la visione definita nell'Agenda 2030 -Obiettivo 5-, volta a migliorare la vita di ogni donna, ragazza e bambina nel mondo, che purtroppo, e ancora in numero maggioritario, subiscono violazioni di ogni tipo.
Molto altro dovrebbe essere commentato ... infatti, per me è stato fondamentale partecipare a questi interventi di esposizione/mediazione socioculturale e politica, molto in linea con il carisma della Istituzione Teresiana (IT) per la difesa della persona, specialmente delle più svantaggiate, e la sua promozione umana, che attende ancora il pieno riconoscimento dei suoi diritti in molte situazioni di vita, in tantissime parti del mondo.
E in questo contesto ONU è dove si possono fare alleanze di significato rilevante con organizzazioni impegnate nelle stesse linee di attuazione della missione IT. Credo che lo sforzo da raddoppiare sarebbe quello rivolto a raccogliere e trasformare un semplice consenso a tali analisi in impegni fattivi con risultati tangibili, per ridurre il divario tra la retorica dei discorsi e la realtà vissuta. E in questa linea, potremmo impegnarci in molti membri IT.
Il Consiglio Mondiale delle Chiese
Non posso concludere la mia comunicazione senza ricordare ciò che è stato fatto da Aránzazu Aguado (ex direttrice generale IT) a Ginevra, in molti anni di lavoro presso il Consiglio Mondiale delle Chiese, che ha reso possibile avviare e rafforzare la presenza IT presso le Nazioni Unite (con status consultivo riconosciuto nel 1988) attraverso la sua integrazione in gruppi di lavoro su questioni educative, in particolare sul diritto all'istruzione.
Grazie a Berta, quindi, ho potuto conoscere questo Centro Ecumenico, primo passo dell’inserimento dell’Istituzione Teresiana a Ginevra in questo mondo internazionale ONU.
Anna Maria Donnarumma