Aiutaci Signore, ad ascoltare le grida del nostro mondo e ad essere miti e umili di cuore
Questa invocazione, o motto, è presentata nella Lettera dell'Anno che, sin dai tempi di Josefa Segovia, prima direttrice dell'Istituzione, viene offerta come testo di riflessione e rinnovamento spirituale a tutte le persone che condividono la missione dell'IT nella diversità di impegni.
La Lettera si sviluppa in tre parti:
Il giovane ricco
Nel 2021 il tema scelto per la Lettera è "La sapienza del bene" e parte dalla premessa che "solo Dio è buono", come sottolinea Gesù al giovane ricco che si è avvicinato a lui con il desiderio di "raggiungere la vita eterna".
Discernimento
Dall'immediata realtà di fragilità vissuta dalla pandemia e sullo sfondo del dolore e dell'incertezza che questa esperienza ha causato, la Lettera porta anche al centro della vita di chi crede l'atteggiamento di discernimento per lasciarsi guidare dallo Spirito, soprattutto in queste situazioni impreviste e con un plus di complessità.
“Non possiamo fare tutto, ma possiamo discernere con l'aiuto dello Spirito dove impiegare le energie, personali e collettive, per agire, confortare, sostenere", dice Maite Uribe.
Fermi e soavi
Nella terza parte della Lettera vengono raccolti gli appelli di Pedro Poveda alla "mitezza" come atteggiamento parallelo alla bontà e necessario per entrare in comunicazione con l'altro a partire dal dialogo e dall'accoglienza. Un atteggiamento che porta alla “bontà attiva”, all'“amicizia sociale” che Papa Francesco chiede nella “Fratelli Tutti”.
Inf.