GIORNATE AD ISNELLO

Le giornate ad Isnello sono state occasione privilegiata per ripensare alla nostra vocazione, per rimettere in moto desideri e possibilità, forze e pensieri. Non esiste vocazione che non si traduca in una missione. Il Signore ci chiama a riprendere piano piano il cammino, a coltivare opportunità ovunque ci troviamo. La pandemia ha sicuramente accentuato contesti di solitudine, fragilità, riaperto ferite. Nel mio cuore, ancora una volta, come in quello del Padre Poveda, sono i giovani, forza del mondo. Quando li ho visti seduti in cerchio attorno a me ho ripensato a quando ero io al loro posto con il cuore colmo di attese, di sogni. Incontrare il loro sguardo mi ha permesso di ricordare che l’istituzione Teresiana mi ha insegnato in primo luogo a non avere paura di guardare dentro me stessa fino a scoprirmi abitata da Lui. Questa scoperta, questa forza non è mai per noi stessi. Vorrei che tutti potessimo aiutarci a riscoprire quest’arma poderosa. Elisa ha guidato la mia mano e così ho immaginato che fosse lei a scrivere loro una lettera….

Cari ragazzi, sono qui in riva al mare ma la mia mente è alle mie montagne, a voi.

Mi sento ancora una volta con le mani vuote ma con il cuore pieno.

Guardo l'immensità del mare e a Lui vi affido uno per uno, a Lui che conosce il vostro cuore, che vive nei vostri volti, che anima le vostre mani anche quando non ne siete pienamente consapevoli.

Il vento soffia la sua brezza e mi ricorda la fiducia che in Lui ho riposto. La fiducia... cos'è mai questo sentimento che va e viene proprio come le onde del mare che bagnano l'eternità.

Fiducia è un atteggiamento verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni per cui si confida nelle proprie o nelle altrui possibilità e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità proprio come il suono del mare che placa l'anima.

La fiducia si costruisce, si scopre, si tradisce, si perde, si riconquista. La fiducia ci accompagna e si trasforma lungo il corso della vita e degli incontri che facciamo, un sentimento complesso che ci interroga rispetto alle relazioni fondanti in cui siamo coinvolti: con chi amiamo, con i nostri genitori, con i nostri fratelli, con gli amici, con il nostro corpo, con ciò che sappiamo fare. E tu in chi hai posto la tua fiducia?

Lo so In questo momento stai pensando a tutte le volte in cui sei caduto e hai sofferto. Qualche tempo fa io stessa annotavo sul mio diario: Sto affogando non capisco niente e ho bisogno di tutto consigli, letture, tutto mi sembra privo di senso punto la parola di Dio non mi dice niente. brancolo alla ricerca di una luce. unica voglia: urlare. qualche lacrima è un sollievo. Il Signore è fedele, credo in te virgola aumenta la mia Fede sono detti e ripetuti costantemente ma me li sento risuonare all'esterno. la messa di oggi un supplizio. Eppure ti cerco, lasciati trovare. Ripensando a questi momenti ti ripeti: fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.

Ho scommesso tutta la mia vita a trasformare queste parole in “Fidarsi è bene non fidarsi è peggio”

Può essere faticoso affidarsi in certi momenti della vita a causa di situazioni esterne o per insicurezze personali. Avere fiducia negli altri non è semplice implica la disponibilità a lasciarsi andare completamente in una relazione a credere nell'altro e nella sua buona fede.

“Grande desiderio e contemporaneamente paura …Paura di che? di un ribaltamento della vita per cui può crollare ogni sicurezza ma attrazione verso l'unica vera sicurezza.” Sono gli incontri un po' speciali lungo il cammino della vita che permettono che fiducia e amore proseguono insieme, quando ami con tutto te stesso qualcuno sei disposto a scommettere tutto anche a perdere... sono stata un'insegnante, un'educatrice, una teresiana ...... vorrei oggi raccontarvi una storia proprio come facevo con i miei ragazzi:

 

STORIA DEL FALCO:  

Un grande re ricevette in omaggio due pulcini di falco (una persona legge).         

Talvolta Dio permette a qualcuno di tagliare il ramo a cui siamo tenacemente attaccati affinché ci rendiamo conto di avere le ali...... Il 5 luglio 1986 volavo anch'io!

Mi viene in mente un gioco che tutti abbiamo fatto quando eravamo piccoli, un'esperienza che spesso i genitori replicano davanti al proprio figlio: il piccino è in piedi su un muretto per lui altissimo, il papà allarga le braccia e gli dice: “Dai, buttati, buttati che ti prendo! Il bambino smarrito guarda con occhi grandi e pieni di paura ma nello stesso tempo desiderosi di rischiare, di scommettere, di avere FIDUCIA! Cari ragazzi, non abbiate paura, se deciderete di mettere tutto voi stessi nelle Sue mani quelle braccia larghe, pronte a sostenervi sono quelle di Cristo che non vi lascerà cadere!!!!!

                                                                                                                                                                          Alessia Di Domenico