Poveda, Milani e Puglisi, preti e maestri scomodi
Tavola rotonda, 19 aprile 2024
Nell’ambito dei festeggiamenti per il centenario dell’approvazione pontificia dell’Istituzione Teresiana, il 19 aprile, nella sala multimediale di Villa Ximenes in via Cornelio Celso 1, si è svolta una interessante tavola rotonda su tre figure emblematiche dei nostri tempi: Pedro Poveda, fondatore dell’Istituzione Teresiana e proclamato santo e martire nel 2003, Don Lorenzo Milani, priore di Barbiana e Don Pino Puglisi il sacerdote che ha operato nel difficile quartiere Brancaccio di Palermo dominato dalla mafia e proclamato beato nel 2013.
Dopo una presentazione della professoressa Francesca Cocchini, la parola è passata alla professoressa Daniela Corinaldesi che ha fatto una esauriente presentazione delle figure di Pedro Poveda e Lorenzo Milani corredata da power point; due persone che, pur essendo vissute in luoghi e tempi diversi sono accomunate dalla stessa passione per gli ultimi e dalla passione per l’istruzione e la cultura che hanno considerato strumento di crescita umana soprattutto dei più fragili e diseredati. Poveda in un primo momento ha operato a Guadix nella zona disagiata della città, dove “los gitanos” vivevano nelle grotte. Con la sua instancabile opera educativa è riuscito a trasformare una realtà degradata, operando un profondo miglioramento degli abitanti dal punto di vista sociale e culturale senza precedenti, al punto che uno dei bambini da lui seguito, una volta diventato adulto, ha dichiarato: Poveda mi ha reso persona, gli aveva cioè donato consapevolezza e dignità.
Diversa ma simile si può considerare l’attività di don Milani che ha operato nella difficile realtà di Barbiana, un borgo isolato nell’Appennino toscano dove ha raccolto ragazzi poveri e deprivati che la scuola ufficiale aveva rigettato. La professoressa Corinaldesi ha evidenziato come il motto di Don Milani I Care, mi importa, ne sintetizzasse il pensiero e rivelasse la passione educativa soprattutto per chi, emarginato dalla società, doveva acquisire istruzione e cultura per non doversene sentire ancora escluso.
Infine, Giuseppe Mortellaro, palermitano, laureato in giurisprudenza, che ha avuto il privilegio non solo di conoscere, ma anche di collaborare con don Pino Puglisi, ha tracciato il profilo di questa figura singolare di prete libero e impavido di fronte ai pericoli che la sua condanna delle illegalità poteva rappresentare nel contesto mafioso in cui operava. Don Puglisi era un uomo solare, pronto ad ascoltare, aiutare tutti e a condannare ogni sopruso, assumendosi le responsabilità del suo operato. Come San Pedro Poveda è morto martire, ucciso dalla mafia, cioè da chi, operando costantemente il male ritiene un ostacolo chi invece ha fatto del bene la sua ragione di vita. Il 25 maggio 2013, a Palermo è stato proclamato beato, prima vittima di mafia riconosciuta come martire della Chiesa.
Con questa figura emblematica si è conclusa la tavola rotonda seguita da un pubblico numeroso, interessato e partecipe sia in presenza che on line.
Marany Orlando
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