La solidarietà nell’economia: quali atteggiamenti di fronte alla crisi mondiale?

Si conclude a Roma un ciclo di incontri del “Centro Poveda

E’ possibile una “economia solidale”? Nell’attività umana che più di ogni altra appare legata al denaro, al guadagno, al profitto, da raggiungere possibilmente con qualsiasi mezzo, ci può essere spazio per la “gratuità”, per l’”etica”?

La crisi economica, che da quasi due anni riempie le pagine dei giornali e i dibattiti politici, e i cui effetti avvertiamo più o meno pesantemente nella vita quotidiana, è solo motivo di recriminazione e di sconforto, o può insegnarci qualcosa, spingerci a cambiare almeno in parte i nostri stili di vita?

A questi interrogativi, il “Centro pedagogico Pedro Poveda” di Roma ha tentato di dare una risposta, organizzando per quest’anno – presso la propria sede di Via Cornelio Celso 1 – un ciclo di incontri sulle tematiche riguardanti l’economia, e le loro implicazioni sulla vita concreta dei “cittadini del mondo”.

 

L’argomento era certamente un po’ “nuovo” per il Centro, e anche per le persone che in passato hanno seguito con interesse le sue iniziative, molto più spesso dedicate al mondo della scuola e comunque a problemi “educativi” in senso stretto. Ma non è sembrato inopportuno – rifacendosi anche all’idea del Fondatore, che ha cercato per tutta la sua vita di “formare persone”, preparate, consapevoli, nei rispettivi ambiti professionali, con l’obiettivo di comprendere il mondo per poterlo cambiare – tentare di favorire una maggiore conoscenza delle questioni economiche, in generale, ma in modo particolare del mondo della “finanza etica”, del “microcredito”, del “commercio equo e solidale”. Lo scopo, insomma, era quello di provare ad andare oltre un concetto di economia non solo astratto, ma anche “ostile”, per arrivare pian piano a capire che – come dice lo stesso Papa Benedetto XVI nella sua ultima enciclica “Caritas in Veritate” – è non solo possibile e moralmente “giusto”, ma probabilmente anche indispensabile per poter continuare a immaginare uno “sviluppo”, una “crescita”, che tutta l’economia sia sempre più “permeata di eticità”.

Il programma prevedeva 4 incontri, tre dei quali si sono già realizzati, con buona partecipazione e notevole interesse degli intervenuti.

Nel primo – tenutosi il 28 gennaio – il prof. Leonardo Becchetti (docente di Economia all’Università di Tor Vergata, Presidente del “Comitato Etico” di Banca Etica, autore di numerose pubblicazioni scientifiche) ha introdotto l’argomento, tentando efficacemente di far comprendere ad un pubblico in gran parte di “profani” le cause che hanno condotto all’attuale grave crisi e i meccanismi che regolano il funzionamento di un mercato che sembra sempre meno in grado di assicurare uno sviluppo e un tenore di vita accettabile, almeno per la maggior parte dei cittadini del mondo. Vista peraltro la sua esperienza e i suoi interessi professionali, il prof. Becchetti non ha mancato di addentrarsi anche nella presentazione di alcune possibili “soluzioni”, cominciando a parlare di come un nuovo modo di vivere e concepire le relazioni economiche possa avere benefici effetti sulla vita di tutti, e soprattutto delle fasce più deboli della popolazione.

Nel secondo incontro – il 25 febbraio – la D.ssa Letizia Ravoni, dirigente del Ministero per lo Sviluppo Economico, ha effettuato una panoramica sulle “politiche di Welfare” in Italia, mostrando quali risorse si stanno mettendo in campo, a livello “istituzionale”, per reagire alla crisi ma soprattutto facendo interessanti raffronti su come viene impegnata la spesa pubblica (per ricerca, sanità, scuola, sostegno alla famiglia ecc.) in Italia, rispetto agli altri paesi europei.

Lo scorso 25 marzo il Dr. Maurizio Spedaletti, responsabile delle attività sociali e culturali di Banca Etica nel Centro Italia, ha illustrato la storia, le attività, le finalità della Banca, raccontando con grande passione e partecipazione il “miracolo” rappresentato dal fatto che un crescente numero di persone sia interessato ad affidare i propri risparmi ad una banca, non con l’obiettivo di guadagnare il più possibile e nel più breve tempo possibile, disinteressandosi del “come”, ma desideroso di sapere che quei risparmi sono destinati a finanziare iniziative “economiche” quali cooperative sociali, commercio “equo e solidale”, progetti di tutela ambientale, ecc., che mai o con enorme difficoltà troverebbero credito presso le banche “tradizionali”.

Si è giunti quindi, con questo terzo incontro, vicini al “cuore” di quello che era l’obiettivo del ciclo: tentare – come si diceva all’inizio – di cominciare a pensare in termini nuovi e diversi ai problemi economici; comprendendo che agire in modo “etico” non significa (con tutto il dovuto rispetto per la “beneficenza”) “fare beneficenza”, ma contribuire ad uno sviluppo sano, equilibrato, che permetta ad ogni persona di trovare il proprio spazio di crescita e di realizzazione ed a tutti, in definitiva, di vivere in un mondo più giusto e pacifico.

La conclusione del ciclo spetterà, tra pochi giorni – giovedì 6 maggio – al prof. Filippo Morlacchi, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Scolastica e l’Insegnamento della Religione presso il Vicariato di Roma, che proporrà una panoramica storica sulla “dottrina sociale della Chiesa” nell’ultimo secolo, soprattutto attraverso le “encicliche sociali” dei vari pontefici (da Leone XIII in poi), per soffermarsi poi con maggior attenzione sulla “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI, che rappresenta una parola davvero “nuova” da parte della Chiesa, in particolare per la sottolineatura del “valore economico della gratuità”.

Roberto Jori