Gesù, Maestro di preghiera II (6 febbraio 1920)

E se qualcuno di voi chiedesse pane a suo padre, forse questi gli darebbe una pietra? O se un pesce, per caso gli darebbe un serpente al posto di un pesce? O se gli chiedesse un uovo, forse gli porgerebbe uno scorpione?

Quindi, se voi, pur essendo cattivi, sapete dare regali buoni ai vostri figli, quanto più il vostro Padre celeste darà spirito buono a quanti glielo chiederanno? (Lc 11, 11-13).

Perché Cristo utilizza paragoni così sorprendenti? Solo per convincerci meglio di ciò che vuole insegnarci. Dice un padre e non un fratello né un parente né un amico perché si veda con chiarezza maggiore l'impossibilità; perché, trattandosi di un padre, sarebbe impossibile che accadesse ciò che in un'altra persona, se fosse cattiva, si potrebbe sospettare. Inoltre, i discepoli sapevano, e lo sappiamo anche noi, che Dio, colui al quale ci rivolgiamo quando preghiamo, è nostro Padre, e, essendolo, ci ama come padre, perciò non potrà non comportarsi con noi come sarebbe capace di comportarsi un padre, per quanto cattivo.

Abbiamo peccato, siamo stati ingrati, perfidi, traditori, figli snaturati, però, la misericordia di questo Padre non è forse più grande della perfidia dei suoi figli? Non ricordiamo che, pur essendo noi suoi nemici, egli è venuto a spargere il proprio sangue per salvarci?

Potrà succedere, e succede di fatto, che le nostre richieste non siano logiche, che chiediamo quello che non ci conviene, che, in preda ad ignoranza o a passione, crediamo di chiedere bene quando, invece, chiediamo male; ma anche in questi casi, Dio nostro Signore, che conosce quello che ci conviene e desidera il nostro bene, correggerà la nostra richiesta, concedendo ci quanto è più vantaggioso per la nostra salvezza eterna.

Preghiamo con assiduità, presentiamo le nostre miserie, mettiamoci nelle braccia della provvidenza e aspettiamo con fiducia il rimedio migliore, ma non quello che ci piace di più né quello che, per nostra ignoranza o per passione, consideriamo il più opportuno e tutto ciò senza mettere scadenza ai favori del Signore e senza lasciarci prendere dallo scoraggiamento quando si dilaziona la concessione.

Perché la concessione giungerà a tempo debito, secondo i piani del Signore e giungerà migliorata dalla sua bontà infinita.

Un Padre, che ama come nessun altro, che può come nessun altro, che è buono come nessun altro, perché lui solo è buono, è potente, è amante, che farà con chi gli chiede qualcosa? Che cosa concederà Dio a chi si rivolge a lui nella preghiera?

Darà lo spirito buono. Non gli darà solamente quanto possono dare gli uomini; questo è poco, questo è nulla davanti a lui. Egli gli darà spirito buono, la infusione dello Spirito Santo, la grazia, i suoi doni, le sue virtù, qualcosa che supera ogni regalo umano e ogni sapienza umana, la santificazione, la vita eterna, una felicità infinita. Questo, e più di quanto noi siamo capaci di dire e di pensare, questo dà il Padre celeste a chi si rivolge a lui; però bisogna pregare, bisogna implorare la misericordia del Signore.