Ricordati, Signore, del tuo patto (6 marzo 1920)

Ricordati, o Signore, del tuo patto, metti le parole sulla mia bocca, fortifica nel mio cuore il proposito, affinché la tua casa conservi sempre la sua santità (Gdt 9, 18).

Fino a che nel cuore [dei membri dell'Opera] si corroborerà il progetto, la missione e la vocazione e fino a che Dio porrà sulla nostra bocca parole che corrispondano a questo progetto, la nostra Opera conserverà sempre la sua santità. Ma se tutto ciò mancherà non ci sarà più un'opera santa, pur essendo ci un'opera umana.

Ancora, siccome questo patto lo ha proposto lui e lui deve portarlo a compimento, dobbiamo pregare con fervore, muovere la sua misericordia ricordandogli il suo patto. È stato Dio a chiamarci, lui ci sostiene; se il patto stabilito con lui si rompe è per colpa nostra; per non venir meno alla nostra impresa, per non dimenticare la nostra missione, e per impetrare la misericordia di Dio dobbiamo ripetere frequentemente, sia nelle difficoltà, sia nei momenti favorevoli, queste parole: ricordati, o Signore, del tuo patto, affinché tutti noi possiamo rimanere nel tuo spirito e nella tua casa continui a regnare la santità.

La battaglia che conduciamo è molto più pericolosa, e se dobbiamo uscirne illesi e con il grido di vittoria, se dobbiamo rinnovare il mondo senza essere limitati o corrotti dal mondo, dobbiamo chiedere notte e giorno al Signore che irrobustisca nei nostri cuori il progetto; che faccia di ciascuno di noi una fortezza inespugnabile; che renda in noi così saldo il progetto da percepirlo costantemente presente; che dentro di noi, nei nostri cuori, susciti i sentimenti che si addicono alla nostra vocazione, perché questa sia ogni giorno più solida, più pura, più vigorosa.