Cristo come fondamento (7 marzo 1920)

Perché nessuno può porre un fondamento diverso da quello che è stato posto, che è Gesù Cristo (l Cor 3, 11).

Sappiamo, poiché ci è stato detto più volte che l'Opera è di Gesù Cristo, perché lui è l'ispiratore, il sostegno, il principio, il fine, il mezzo, tutto insomma. La presente considerazione ha un altro fine: lasciare stabilito, come scrisse san Paolo ai Corinzi, che nessuno, per quanta autorità abbia, per quanta scienza possegga, per quante virtù eserciti, nessuno può né potrà mai porre un altro fondamento, diverso da quello che fu stabilito fin dall'inizio, che è Gesù Cristo. Questa è la nostra Opera, questa la dottrina che abbiamo formulato e, per nessun pretesto dobbiamo ammettere elementi umani, in ciò che è stato fondato in Cristo, per Cristo e a favore di Cristo. La perfezione dell'Opera sta nell'identificarsi con Cristo, la sua solidità nel fondarsi in Cristo, la sua vita nel partecipare alla vita di Cristo.

Abbiamo ben capito che l'unico fondamento sul quale dovevamo innalzare questo magnifico edificio spirituale è Gesù Cristo e, poiché pensiamo così, non ci scoraggia la mancanza di mezzi materiali né la scarsità di numero né l'umiltà delle poche persone che ci siamo unite per portare a compimento quest'impresa. La nostra fiducia è in Gesù e il nostro motto sta nel ripetere con san Paolo: Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?. L'opera di apostolato che vogliamo realizzare deve essere identica a quella che pensarono i primi cristiani e i mezzi devono essere quelli di cui essi si sono serviti, a costo di essere ritenuti pazzi e di attrarre su di noi l'odio del mondo. Perciò, se nella nostra Opera si volesse prescindere, anche solo in parte, dall'elemento soprannaturale e, sotto questo o quel pretesto, si volesse sostenerla e garantirla con mezzi umani, cercando la sicurezza nel talento, nelle ricchezze, nel favore altrui, nella prudenza della carne, le si farebbe perdere la sua autentica impronta, e noi stessi perderemmo la nostra identità se accettassimo tali innovazioni.

La nostra dottrina deve essere sempre quella insegnata da Cristo, trasmessa dai suoi apostoli e diffusa dalla Chiesa, sua depositaria in terra. Nella nostra santificazione, alla quale aspiriamo, e in quella del prossimo, che desideriamo vedere, partiamo sempre dalla grazia di Dio, come principio, e ci sforziamo di vederlo e goderlo in cielo, come fine ultimo, dopo averlo servito e glorificato sulla terra. I mezzi, più o meno appropriati e accettabili, devono essere quelli che ci ha lasciato Cristo: la preghiera, la penitenza, i sacramenti, l'abnegazione, il lavoro, la sottomissione, il rispetto delle leggi.