L'Opera, un'idea buona (1924)

L'Opera è un'idea buona. Perché? Perché è gradita a Dio. Perché è gradita a Dio? Perché lui la ispirò, l'aiutò, la segnò con il suo sigillo, la difese e, infine, l'approvò per mezzo della Chiesa e del Sommo Pontefice.

L'Opera è buona; Dio la ispirò. Qui non si tratta di un'ispirazione straordinaria, ma di un'ispirazione che non può essere chiamata umana, giacché ciò che si progetta per il bene delle anime è sempre un qualcosa più che umano. È opera della grazia di Dio; ciò non significa che la persona che l'ha concepita sia buona, poiché ben conoscete quanto Dio ha ispirato a molti che non erano buoni. Lodare l'Opera non è lodare me.

Costantemente udiamo dire: l'Opera è buona. Lo dice la gente, lo dicono tutti. Come la favorisce Dio! Umanamente non si spiega: senza risorse economiche, senza personale, senza prestigio scientifico, una novità, una cosa strana. Vedete, dunque, in così pochi anni, dove ci troviamo.

Non solo l'aiutò con risorse e mezzi di ogni tipo tra quanti erano necessari secondo i piani della provvidenza, ma la segnò con le persecuzioni dei cattivi e dei buoni, che è ciò che fa più soffrire.

Nella Chiesa è tradizione che si siano andate facendo cristallizzazioni di zelo apostolico secondo le epoche; sembra che questa sia la cristallizzazione di oggi. Quale meravigliosa finalità: salvare le anime, ampliare il regno di Dio fino agli estremi confini del mondo attraverso l'insegnamento!

L'Opera è buona perché costa molto.

Ciò che costa a noi, che siamo i maggiormente coinvolti in essa, lo sa solo Dio. Non solo a quelli che siamo bersaglio, ma quale sacrificio è costato anche a ciascun [membro] nell'ambito della famiglia, delle conoscenze, nel perfezionare se stesso!

L'Opera ispirata da Dio, con un fine così elevato, con un prezzo così alto, è un'idea buona, degna di prestigio. Ne consegue che è un atto grave togliere prestigio all'Opera!

Come si toglie prestigio all'Opera? Ci sono molti modi.

Si toglie prestigio a un'idea quando la si conosce e non la si presenta per rispetto umano. Quando non la si conosce come si deve. Quando la si accetta e non ci si comporta in modo conforme alla stessa accettazione; quando non sì opera bene come dovrebbe chi sostiene quell'idea. Quando la si rappresenta indegnamente. Quando la si rende troppo umana, togliendole quel quid divino, il suo aspetto soprannaturale. Si toglie pure prestigio quando non si collabora secondo i propri doveri; quando si riceve e non si dà, sia nello spirituale sia nell'intellettuale e materiale; quando si pospone ai propri interessi particolari, e, infine, con l'invidia, che più di ogni altra cosa toglie prestigio alle idee. Quale responsabilità quella di chi ha una missione, in cui deve dare gloria a Dio ed edificare il prossimo, e diventa pietra di scandalo!