Sulla gioia (1925)

La gioia perfeziona l'Opera

Gaudium tibi sit semper (Tb 5, 11). Dio ti dia sempre molta gioia e allegria. E questo per te, per l'Opera, per le anime. Per te, affinché tu possa correre per le strade del Signore, per le quali si corre quando il cuore si dilata per la gioia, come disse il Profeta regale. Viam mandatorum tuorum cucurri cum dilatasti cor meum (Sal 119, 32). Per l'Opera; diceva Aristotele che la gioia perfeziona l'opera e la tristezza la distrugge. Quindi, se sei allegro, farai tutto in maniera perfetta, con gusto, con soddisfazione, senza stanchezza né cedimenti; quanto è importante questo per la nostra Opera!

Una generazione gioiosa

Vox exultationis et salutis in tabernaculis justorum. Nella dimora dei giusti sempre si odano voci di gioia e di salvezza (Sal 118, 15).  Abbi per certo che dove regna quella santa gioia, odi voci allegre, parole di salvezza e conversazioni sante, lì vi sono anime rette. Questo è il segnale inconfondibile e bisogna inculcare ai membri dell'Opera queste verità proprie dello Spirito Santo, affinché imparino l'autentico concetto di gioia spirituale, di cui parla il profeta Davide, che ben si coniuga, come accadde a lui, con la penitenza, il pentimento, il dolore  Forma una legione [di membri] allegra, che conservi l'autentico spirito dell'Opera e lo spirito della nostra santa madre [Teresa] e dei primi [membri], il teresianesimo [vero].

Cercare la gioia dentro di noi

Dedisti laetitiam in corde meo. "Hai posto la gioia nel mio cuore» (Sal 4, 7). Sant'Agostino commenta queste parole dicendo che il profeta Davide ci indica dove dobbiamo cercare la gioia, che abita in noi: nel cuore. Mi viene in mente questa riflessione perché, vivendo in mezzo alla gente, sempre tanto indaffarata, tanto bombardata da impressioni diverse, risulta difficile rimanere nella gioia e astrarci da tutto ciò che può toglierci questa gioia, che invece dobbiamo procurare non venga turbata da nulla. Il rimedio è efficace, perché se la gioia si fonda su ciò che è fuori di noi andrà e verrà sull'onda degli avvenimenti; ma se è radicata nel cuore, e questo sarà ben protetto, non correremo alcun pericolo.

Quando le circostanze ci arrecano tristezza, diamo uno sguardo dentro di noi e troveremo gioia. È uno stratagemma al quale dovrai ricorrere con frequenza. Lì troverai sempre un motivo per gioire, anche se fossi nella più triste delle situazioni. Inoltre, il tuo cuore è così dentro di te che ben può essere il deposito dei più delicati motivi di gioia, che non potranno mai scomparire.

Si rallegri il cuore di quanti cercano il Signore

Si rallegri il cuore di quanti cercano il Signore (Sal 104, 3). Nel salmo 99, versetto 2: Acclamate Dio con gioia; servite il Signore in allegria.

Devono rallegrarsi coloro che cercano il Signore; acclamare lui con gioia, dopo averlo cercato, perché lo hanno trovato e, dopo averi o trovato, servirlo con gioia. Insomma, per cercarlo, trovarlo e servirlo, lo Spirito Santo, per bocca di Davide, raccomanda gioia, gioia e ancora gioia.

Motivi di questa gioia?

Quelli che lo cercano, perché hanno la fortuna di cercarlo. Quanti non lo cercano! Che grande grazia è cercare Dio!

Quelli che lo trovano, perché hanno trovato il tesoro. Gioia ancora più grande.

Quelli che lo servono, perché hanno consacrato la loro vita a quanto vi è di più grande ed eccellente: servire Dio.

Devi insegnare queste verità con la parola e con l'esempio, spiegandolo bene e mettendolo in pratica come lo insegni

Si qualcuno è triste, preghi

Quando lo Spirito Santo ci mostra il rimedio per curare i nostri dolori, questo è infallibile. Quale arma ci dà contro la tristezza, o affinché essa non si impadronisca di noi, o affinché rinasca in noi la gioia? Vediamolo, seppure in due sole testimonianze dello Spirito Santo, una contenuta nell' Antico l'altra nel Nuovo Testamento. Nell' Antico Testamento Davide si esprime così: La mia anima rifiutò ogni conforto; mi ricordai di Dio e mi sentii colmo di gioia. Rimedio? Rifiutare ogni umana consolazione e ricordarsi di Dio.

Nel Nuovo Testamento dice l'apostolo Giacomo: Se qualcuno è triste, preghi (Gc 5, 3). Cioè, metta da parte le riflessioni umane, respinga tutto ciò che non è Dio e parli con il Signore.

È facile mettere in pratica questi rimedi? Facilissimo. Sono nelle nostre mani, quindi, se non riusciamo a essere nella gioia, è per colpa nostra. Agiamo così e il risultato sarà infallibile, come lo è la parola dello Spirito Santo.

Queste verità così fondamentali, così chiare e necessarie, devono essere la nostra guida, la nostra dottrina, la nostra norma.

Chi è triste è perché vuole esserlo. Dopo questa riflessione, non c'è appello. La tristezza non si cura parlando con la gente, ma con Dio.

La gioia è segno che Dio dimora nell’anima

Dice l'apostolo: Fructus autem spiritus est gaudium (Gal 5, 22). Quindi, quando vi è questa gioia, vi è buono spirito, dal momento che il suo frutto è la gioia. Quale consolazione! Avere un così chiaro segno di buono spirito.

San Bonaventura aggiunge: «La gioia spirituale è segno che Dio dimora nell'anima». Davide diceva nel salmo 97, versetto II: «Una luce si è levata per il giusto, gioia per i retti di cuore».

La gioia è sempre inseparabile dalla rettitudine, dalla giustizia, dal buono spirito, dal possesso di Dio. Ciò anche se abbondano le pene e le amarezze. Quali pene più grandi delle terribili sofferenze dei martiri, eppure essi andavano contenti e felici a dare la vita per Cristo!