"Uno stile di vita: come i primi cristiani". Una proposta per le ex-alunne di Palermo
“Uno stile di vita: come i primi cristiani” è stato il tema trattato da Francesca Cocchini, docente di Storia del cristianesimo presso l’università "La Sapienza" di Roma, in occasione dell’incontro annuale delle ex allieve della “Casa dell’universitaria” di Palermo.
Domenica 21 ottobre, alla Cappella della Soledad, la relatrice ha portato avanti una riflessione sul modo di essere e di stare nel mondo oggi. Alla luce dell’insegnamento e del ricordo del Concilio Vaticano II, posto in evidenza dall’apertura dell’anno della fede, la Cocchini ha fatto sua, e “nostra”, la proposta dello “stile” di vita dei primi cristiani.
In un mondo e in un tempo in cui sembra si siano perse delle “ricette” importanti, delle linee guida di riferimento, in una storia come quella attuale, enigmatica, difficile da vivere per la necessità di trovare ogni giorno modi nuovi, il “cristianesimo come stile di vita” è una risposta a una realtà che non ci indica la direzione verso cui camminare. La nostra epoca storica, infatti, è “un punto interrogativo” che non ci offre risposte immediate.
Il significato della parola “stile” è ciò da cui è partita Francesca Cocchini, precisandone l’accezione concreta, pragmatica, che ne fa una “maniera di abitare il mondo”. La sua capacità di “riflettere uno spirito interiore che si manifesta all’esterno” è l’aspetto di questo termine su cui si è soffermata, precisando l’importanza della coerenza tra “quello che c’è dentro e quello che si vede fuori”. Esso “esprime un’idea, una cultura” ed “è riconoscibile quando esprime una realtà interiore”.
In un contesto così incerto e difficile come quello attuale, “ci può guidare un ritorno ai primi cristiani”. Questo il tema attorno cui è ruotata l’intera riflessione. Tema non solo riportato alla luce dal richiamo al Concilio Vaticano II, ma anche caro a San Pedro Poveda.
Due testi hanno accompagnato e aiutato la riflessione sviluppata da Francesca Cocchini: il primo, di Atenagora (un brano del 170 circa), il secondo, la “lettera a Diogneto” (risalente alla metà del secondo secolo). Attraverso queste due letture, la relatrice ha disegnato un quadro chiaro ed efficace del modo in cui apparivano e vivevano i primi cristiani. Una vera e propria lezione di vita che continua ad essere, ed anzi diventa, sempre più attuale e valida, oggi più di ieri.
A concludere il discorso è stata una lettera di San Pedro Poveda scritta e diretta a Josefa Segovia, in cui emerge chiaramente il riferimento allo stile di vita della destinataria, modello esemplare di donna cristiana e teresiana, nelle cui mani Poveda affida l’Opera buona.
La riflessione della Cocchini è stata solo una parte della giornata dedicata (come ogni anno) alle ex allieve, le quali hanno anche condiviso insieme il pranzo e l’eucarestia domenicale celebrata nella Cappella della Soledad.
Nel solito clima semplice e familiare di questi incontri, è stato bello ricordare il passato e condividere il presente, nella speranza di ritrovarsi ancora in futuro.
Emanuela Savio