“Quel che il Signore esige da noi” (Mi 6, 6-8): incontro per la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani
All’inizio della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, l’Istituzione Teresiana-Italia ha promosso un interessantissimo incontro specificatamente dedicato al tema del dialogo attuale tra le chiese Cristiane. Il compito di far meglio comprendere la complessità delle situazioni, è stato affidato alla professoressa Francesca Cocchini, ordinaria dei Storia del Cristianesimo all’Università “La Sapienza” di Roma e di Teologia Patristica all’ “Agostinianum”, la quale ha sapientemente sintetizzato il significato dell’incontro nella frase di apertura: “Quel che il Signore esige da noi”, con riferimento al brano della Sacra Scrittura (Mi 6, 6-8).
L’avvincente esposizione, ha sùbito evidenziato la rigorosa impostazione culturale con cui la studiosa, nella sala “Ximenes”, ha guidato i numerosi presenti a non trascurare gli indispensabili passaggi storici che, dopo duemila anni, ancora condizionano il sofferto cammino di quanti anelano alla auspicata unità. Più chiaramente, verso l’unità visibile di tutti i cristiani, unità già voluta e realizzata da Cristo, come si può leggere nei testi biblici di Giovanni (in particolare, Gv 17,21-23) e di Paolo (in particolare, Ef 7, 4).
L’esortazione di oggi è rivolta agli oltre 560 milioni di cristiani sparsi nel mondo, purtroppo suddivisi in 349 Chiese la cui genesi è legata a ragioni storiche, culturali, filosofiche, politiche, sociali, ambientali. Questa ineluttabile premessa, definisce il percorso corretto per accogliere infine, con speranza, le ragioni di una condivisa fede in Cristo.
Già a partire dal primo secolo la religione, fiorita nella temperie delle Sacre Scritture, è impegnata a conciliare la distinzione tra credenti nati nel giudaismo e credenti in Cristo sparsi nei diversi paesi dell’Impero. Lo scontro tra differenti culture, il confronto con il mondo greco e quello romano, le situazioni politiche dell’Impero Romano, portano alla formazione di Chiese diverse che tuttavia tenteranno una conciliazione a Efeso nel 431 e a Calcedonia nel 451.
La dinamica degli eventi fa comprendere l’esistenza odierna di tante storie e di tante denominazioni diverse, ma il breve resoconto di questa stimolante “lectio”, non ha la presunzione di poter sintetizzare le importantissime vicende analizzate per i secoli successivi. Il suggerimento costante ad una ampia analisi storica di ogni nuovo evento e il desiderio di una lettura del presente aperta alla speranza, messi in evidenza dalla professoressa Cocchini con l’invito a non trascurare il travaglio dell’Ottocento spesso ignorato, ci permettono forse di fare un salto di oltre quindici secoli per parlare del realistico e attuale desiderio di Ecumenismo e di Unità.
Finalmente l’evento storico del Concilio Vaticano II segna per la Chiesa Cattolica la “Porta” per un rinnovato e più meditato impegno che, come si legge in molti documenti, riconosce il valore dell’avvio del movimento ecumenico per opera dello Spirito Santo a cui affidare il cammino per promuovere l’Unità dei Cristiani.
A conclusione, nella cappella della Sede di via Cornelio Celso, nello spirito della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, i partecipanti hanno presentato – con l’intercessione di San Pedro Poveda e della Beata Victoria Diez – le proprie intenzioni di preghiera nate dalle meditazioni su testi sacri e su alcune impegnate testimonianze di cristiani nel mondo.
Rodolfo Grasso