La famiglia come luogo di relazione e di crescita nella fede: l'inizio del cammino del MIT di Palermo

gruppo 1

Riprendendo il filo degli incontri MIT palermitani del 2012-2013, il 29 settembre 2013 si sono riunite a Terrasini (PA) alcune famiglie con il desiderio comune di rincontrarsi e ricominciare il viaggio già intrapreso lo scorso anno.

Lo scopo di questo viaggio è confrontarsi e scoprire sempre più quale dono di grazia sia una famiglia cristiana come "luogo di relazione e di crescita nella fede". È questo, infatti, il tema che si è scelto di sviluppare e portare avanti per il 2014 (n.d.r.: cfr. su questo sito l'articolo "Il programma della comunità I.T. di Palermo..." recentemente pubblicato).

 

 

 

Ogni persona deve poter esprimere la propria identità più vera nella bellezza della famiglia e, con l'aiuto di Dio, vivere un amore stabile che va oltre la sfida del fallimento umano. In questo ci si vuole aiutare e confrontare come coppie e come famiglie, crescendo insieme in un cammino comune all’interno dell’Istituzione Teresiana. L'obiettivo è quello di cercare di vivere la grazia del sacramento del matrimonio nella vita quotidiana, incidendo nei dinamismi profondi del rapporto uomo-donna/genitori-figli, per far vivere la straordinarietà nell'ordinarietà.

 

Il cammino vero e proprio (cfr. depliant) è iniziato il mese successivo, domenica 27 ottobre, proprio mentre a Roma Papa Francesco incontrava in piazza San Pietro famiglie provenienti da tutto il mondo, nel quadro delle iniziative previste nell'ambito dell' "Anno della Fede" indetto da Benedetto XVI e che si sarebbe poi concluso il mese successivo, il giorno della Solennità di Cristo Re.

 

 

gruppo di lavoro

 

 

Il titolo dell'incontro - iniziato con una solenne Celebrazione Eucaristica  nella splendida Cappella della Soledad, a Palermo - era significativamente lo stesso di quello di Roma: "Famiglia, vivi la gioia della fede!".

 

Dopo l'Eucarestia, il gruppo - composto come sempre da membri dell'Istituzione Teresiana e amici e simpatizzanti, formanti il c.d. "MIT adulti" - si è trasferito nei locali parrocchiali della Cattedrale dove, in un clima di gioia fraterna, sono state condivise le pietanze  che ogni famiglia aveva preparato per quell’occasione. Il pranzo è stato allietato dalla presenza dei bambini, dei giovani e dei nonni. Di due di questi è stato festeggiato il compleanno... Si è suonato, cantato e… ballato. Nel pomeriggio, sempre in un clima di gioia, si è dedicata qualche ora alla riflessione e alla condivisione delle esperienze, introdotta da una breve relazione sul tema della giornata offerta da Pina Dioguardi, del gruppo ACIT di Palermo.

 

 

 

Partendo dal presupposto che la fede è un atto d’amore che ci spinge ad abbandonarci con fiducia a Dio, sapendo che Egli è Padre e come tale ci ama, la relatrice ha messo in evidenza come la famiglia, primo fondamento e nucleo della società, riceva l’abbondante aiuto di Dio nel Sacramento del matrimonio che comporta una vera vocazione alla Santità, e abbia il compito di trasmettere la fede e di formare persone libere e responsabili. Infatti, trasmettere la fede ai figli è una responsabilità che i genitori non possono dimenticare né trascurare o delegare. E che il linguaggio della fede si impari nel focolare domestico, dove questa fede cresce e si fortifica attraverso la preghiera e la pratica cristiana è confermato sia dall’Antico che dal Nuovo Testamento. Ester,infatti, confessa: “Mio padre mi ha raccontato che Tu, Signore, scegliesti Israele tra le nazioni…” (Ester 14,5); e Paolo, nella seconda lettera a Timoteo, seguendo la tradizione ebraica e dando ascolto a Dio, loda la fede sincera di Timoteo e gli ricorda: “Fede che fu prima in tua Nonna Loide, poi in tua madre Eunice e ora, ne sono certo, anche in te…” (2 Tm 1,5).

 

 

regali

 

In queste attestazioni bibliche la famiglia comprende non solo i genitori e i figli ma anche i nonni e gli antenati. La famiglia si mostra, quindi, come una comunità garante di un patrimonio di tradizioni.

Papa Francesco, nel rispondere alla domanda su come avesse raggiunto la certezza della fede nella sua vita dice: “Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia nella quale la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede…”.

La relatrice ha evidenziato anche che il luogo privilegiato in cui si trasmette la fede ai più piccoli, facendo festa, è proprio la famiglia. In particolare la liturgia, accompagnata e rivissuta in famiglia, è l’occasione per una forte crescita nella fede. Questa educazione, infatti, prende forza dai segni e dalle parole che accompagnano le feste dell’anno liturgico (Card. Martini). Celebrando le feste i genitori diventano i testimoni amabili e vivaci per trasmettere ai figli la sapienza della fede e il senso di Dio. I nostri fratelli ebrei, infatti , non si servono di catechisti né di catechismo né di ore di religione a scuola: la fede viene trasmessa in famiglia attraverso la celebrazione delle varie feste che risultano il grande luogo d’apprendimento della fede per il bambino ebraico. Questo non significa che il Catechismo e la Catechesi non siano importanti ma che - come suggerì appunto il Cardinale Martini - dobbiamo ritornare a “scommettere” sulla famiglia.

famiglia

Alla relazione è seguito un dibattito vivace e partecipato durante il quale il gruppo ha sperimentato la gioia dello stare insieme e del condividere esperienze profonde.

L'incontro successivo si è svolto domenica 24 novembre (cfr. il Calendario sulla home page di questo sito).

 

Mirella Nigro

Pina Dioguardi