Contributi sull'UGUAGLIANZA
Nel dizionario della lingua italiana l’UGUAGLIANZA è presentata come “stato, condizione, qualità di persone, cose, situazioni che sono uguali tra loro”. Per mettere in pratica questa parola ci vorrebbe un uguagliatore.
Moltissimi l’hanno regolamentata sulle Carte Costituzionali, come ha ampiamente citato Anna Maria, ma come ha scritto Honoré de Balzac, (Storia dei tredici) “L'uguaglianza sarà forse un diritto, ma nessuna potenza umana saprà convertirlo in un fatto”.
Se poi cerchiamo di inquadrare questa parola nei suoi vari modi di dire troviamo che può significare: identità, parità, parificazione, uniformità, conformità, omogeneità, equivalenza, assimilazione.
Che meraviglia se potessimo raggiungere lo stato vero e reale per ogni significato di ognuna di esse! Lo facciamo invece senza sforzo con il loro contrario: disuguaglianza, disparità, diversità, sproporzione, difformità, eterogeneità.
Victor Hugo, ne I miserabili, parlando di umanità, scriveva che: “Umanità significa identità: tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla; nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione; la medesima ombra prima, la medesima carne durante, la medesima cenere dopo. Ma l'ignoranza, mescolata all'impasto umano lo rende nero incurabile e penetrando nell'interno dell'uomo vi diventa il male”.
Anzitutto, come scrive san Paolo, gli uomini sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Ai cristiani poi è data una motivazione ulteriore (cfr. Gàlati 3,26-29): "Tutti voi siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù... Non c'è giudeo né greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio né femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù". Ergo, se siamo uno, far torto a un fratello significa colpire sé stessi!
Questa asserzione di Paolo quanto è stata osservata da allora ad oggi e se sì quanto è durata?
Joseph Mankiewicz ha scritto che: “Nasciamo uguali, ma l'uguaglianza cessa dopo cinque minuti: dipende dalla ruvidezza del panno in cui siamo avvolti, dal colore della stanza in cui ci mettono, dalla qualità del latte che beviamo e dalla gentilezza della donna che ci prende in braccio”.
Se questo ci può portare a fare riferimento alla nostra nascita c’è Ray Bradbury (Fahrenheit 451), che scrive che: “Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro”.
Gesù a tal proposito insegna che: “Quando in un talamo si compie un concepimento, esso si forma con lo stesso atto, sia che avvenga su un talamo d'oro o sullo strame di una stalla. E la creatura che si forma nel seno regale non è diversa da quella che si forma nel seno di una mendica. Il concepire, il formare un nuovo essere, è uguale in tutti i punti della Terra quale che sia la loro religione. Tutte le creature nascono come nacquero Abele e Caino dal seno di Eva.
E all'uguaglianza del concepimento, formazione e modo di nascere dei figli di un uomo e di una donna sulla Terra, corrisponde un'altra uguaglianza in Cielo: la creazione di un'anima da infondere nell'embrione perché esso sia di uomo e non di animale e lo accompagni dal momento che è creata alla morte, e gli sopravviva in attesa della risurrezione universale per ricongiungersi, allora, al corpo risorto ed avere con esso il premio o il castigo. Il premio o il castigo secondo le azioni fatte nella vita terrena. Perché non vi pensate che la Carità sia ingiusta, e solo perché molti, non saranno di Israele o di Cristo, pur essendo virtuosi nella religione che seguono convinti di essere la vera, abbiano a rimanere in eterno senza premio. Dopo la fine del mondo non sopravvivrà altra virtù che la Carità, ossia l'Unione col Creatore di tutte le creature che vissero con giustizia. Non ci saranno "tanti Cieli, uno per Israele, uno per i Cristiani, uno per i Cattolici, uno per i gentili, uno per i pagani. Non ci saranno ma vi sarà un solo Cielo. E così vi sarà un solo premio: Dio: il Creatore che si ricongiunge ai suoi creati vissuti in giustizia, nei quali, per la bellezza degli spiriti e dei corpi dei santi, ammirerà Se stesso con gioia di Padre e di Dio. Vi sarà un solo Signore. Non un Signore per Israele, uno per il Cattolicesimo, uno per le altre singole religioni”.
Di ciò se ne è vista la manifestazione in seguito: “La prima comunità dei cristiani erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Tutti coloro che erano diventati “credenti” stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno”. (Att. 2,42-45).
Cosa ci dimostra questo? Ci dimostra che solo raggiungendo quello STATO di fede che ci unisce allo Spirito di Colui che ha dato sé stesso per farci una cosa sola con Lui possiamo parlare di uguaglianza tra “fratelli”; di emulazione della “Parola” che è Via, Verità e Vita.
Nella speranza nel cuore che questa UGUAGLIANZA possa essere conseguita non solo nel diritto ma nei fatti, sì da potersi considerare bene comune e universale, prego lo Spirito Santo che intervenga facendoci tutti operatori di uguaglianza, nonché di solidarietà e di pace.
Pino, 5 maggio 2014
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