I Diritti "diritti"
“Sostantivo” o “attributo”, mi viene subito da dire!
Due funzioni che possono coesistere nell’idea che ho del termine.
La sostanza… cioè la concretezza di qualcosa, come lo sono “i diritti”. Ciò è evidente e non può sfuggire ad alcuna mente nella sua piena maturità di pensiero. Non può esistere persona autoproclamatasi “civile” che non abbia cognizione di cosa sono i diritti e quali siano quelli inviolabili.
Cominciamo dal primo: il diritto ad esistere. La vita è il Bene primario di ciascuno e, in quanto tale, deve essere rispettata. E il rispetto non consiste solo nel non sopprimerla ma, senza dubbio alcuno, anche nel permetterne la piena espressione. Percorrere l’intera gamma dei diritti significa declinarli in una serie di enunciati da sostanziare con le azioni: diritto alla soddisfazione dei bisogni primari, diritto all’alloggio, diritto alla famiglia, diritto agli affetti, diritto all’istruzione, diritto alla libertà d’espressione, diritto a... È una serie che non corrisponde a nessuna classifica in quanto tutti i diritti fondamentali hanno eguale valore. Affermazione che si può verificare pensando a chi, in nome della libertà di pensiero, è pronto persino a sacrificare la propria Vita.
Ma il sostantivo “diritti” non prescinde dall’attributo “diritti”.
Infatti, “diritti” è anche la qualità dei diritti ed è ciò che li rende riconoscibili nella loro specificità.
I diritti non hanno strade tortuose ma si realizzano in percorsi “diritti”, si riconoscono nella linearità dell’azione che li persegue senza ambivalenza ed ambiguità.
Spesso si verifica che, tramite elucubrazioni faziose, il riconoscimento dei diritti si esplica differentemente a secondo delle persone. E, per non sembrare troppo astratti, basta far menzione di una recente vicenda, su cui ancora si dibatte, nella quale non possiamo certo mettere in discussione la difesa del sacrosanto diritto di essere trattato umanamente in carcere, ma certo non è rispetto dei diritti attivare percorsi preferenziali per cui chi ha agganci nelle alte sfere si vede riconosciuti diritti ad altri negati. Così in Italia succede che, mentre viene restituita la libertà, per appoggi di parte, alla figlia di una personalità di spicco, sofferente di anoressia, quasi nello stesso momento muore suicida in carcere un anonimo detenuto figlio di un’anonima famiglia.
I diritti, al contrario, sono universali e vivono di rispetto reciproco e di strade percorribili per tutti.
Insomma, estendibili all’intero universo umano… anzi… direi all’intero universo naturale perché lo stesso rispetto (è urgente oggi sottolinearlo) lo dobbiamo ai diritti degli altri esseri viventi.
E ancora possiamo aggiungere: è anche necessario estendere il rispetto dei diritti di quella natura inerte che, sulla Terra (quasi) per miracolo, ha creato le condizioni per cui la Vita è stata, è possibile e sarà possibile solo fino a quando glielo permetteremo, invece di seminare morte e distruzione direttamente attribuibili alla nostra incuria ed alla nostra indifferenza.
Norella
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