Essere laici come Chiesa nel mondo

Santita senza rumore

“Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi. Come un tempo Samuele (cfr. 1Sam 3,1-21) e Geremia (cfr. Ger 1,4-10), ci sono giovani che sanno scorgere quei segni del nostro tempo che lo Spirito addita. Ascoltando le loro aspirazioni possiamo intravvedere il mondo di domani che ci viene incontro e le vie che la Chiesa è chiamata a percorrere.” ( Lettera di Papa Francesco ai giovani per il prossimo Sinodo)

Il 12 Agosto2017 al Seminario estivo della Diocesi di Cefalù si è tenuta una giornata di studio su Elisa Giambelluca.

Diversi interventi: Prof. G. Savagnone, S.Ecc Monsignor Fragnelli Vescovo di Trapani, Prof.ssa Maddalena Pievaioli, Prof. Tony Franco, Don Pietro Piraino.

Non esiste il laicoTutti gli interventi sono stati molto interessanti. Si è parlato del ruolo dei laici come agenti di trasformazione nella storia, dei giovani e del  “sogno” di una società e una Chiesa in cui possano i giovani muoversi da protagonisti, dell’importanza del compito educativo in genere, e di quello della scuola in particolare, soprattutto in questo momento di forte cambiamento culturale e metodologico.

Su questo sfondo le modalità del vivere ed operare di Elisa, che emergono dalle testimonianze, dalle sue parole e, soprattutto, dalle sue scelte operative, sono risultate completamente attuali e suggerenti per l’oggi.

Interessanti sono stati alcuni punti della riflessione di Monsignor Fragnelli, che si è accostato alla conoscenza di Elisa partendo dal quadro di riferimento che offre il documento preparatorio per il sinodo sui giovani.

Il primo aspetto messo in evidenza è stata l’importanza che hanno, per il mondo giovanile, le figure di adulti di riferimento, figure autorevoli e amabili.

Elisa, ha detto, è stata una persona giovane, che ha saputo essere con i giovani e per i giovani, che ha saputo mettersi a servizio in modo totalizzante, e questo le ha permesso di ascoltare, sostenere, incoraggiare, aprirsi alla creatività, senza impazienza, senza durezze, senza schemi prestabiliti.

Sempre riferendosi al documento preparatorio, si è soffermato sulla figura dell’accompagnatore, e ha detto che vedeva una corrispondenza tra le caratteristiche che aveva scorto in Elisa, attraverso quello che era scritto nel diario e quello che viene elencato nel documento:

.  Sguardo amorevole
.  Parola autorevole
.  Capacità di farsi prossimo
.  Capacità di camminare accanto
.  Capacità di trasfondere una testimonianza di autenticità
.  Impegno di preghiera per le persone a lei affidate

Il suo intervento ha offerto tanti altri spunti, che interpellano e, spingono ad approfondire il dono della testimonianza che Elisa ci ha lasciato in tanti aspetti della sua vita.

A conclusione della giornata risuonano alcune sottolineature :

La speranza che esempi come quello di Elisa permettano di rendere possibile “Il sogno” della Chiesa di tornare a saper parlare e vivere con i giovani e per i giovani, rispondendo alle loro aspettative.

La necessità di evidenziare in Elisa, non solo che la sua è stata una santità senza rumore, che è una delle sue caratteristiche, ma che questa si espressa attraverso tanti suoi aspetti umani che ne sono stati potenziati e sostenuti nella fedeltà alla chiamata, che riconosceva di avere ricevuto dal Signore.

L’urgenza di riscoprire il compito che ad ognuno di noi, da sempre, il Signore ha affidato, per aiutare la storia a camminare verso di Lui senza paure, senza guardarsi indietro, ma dando spazio all’ audacia dello Spirito per una nuova creatività.
                                                                                                       Anna Maria Sartarelli