Un canto alla solidarietà: il sostegno dell’I.T. italiana ad una piccola scuola sulle Ande boliviane

 

“Un canto alla solidarietà”: è questo il titolo che quest’anno l’Istituzione Teresiana ha voluto dare alla giornata – denominata appunto “Festa della solidarietà” – che ogni anno viene dedicata alla presentazione (e naturalmente alla raccolta di fondi in suo favore!) di uno dei progetti socio-educativi che l’Istituzione appoggia o promuove nei luoghi in cui è presente.

Il progetto che quest’anno ci si proponeva di sostenere è la ristrutturazione (in particolare, l’adeguamento dei bagni e l’allestimento di un dormitorio per i maestri, che per la difficoltà delle comunicazioni in una zona così impervia devono spesso dormire nell’edificio scolastico) di una scuola rurale della provincia di Cochabamba, in Bolivia, gestita dal “Centro Yachay Tinkuy”. Un piccolo centro educativo sperduto in mezzo alle Ande, a testimoniare ancora una volta l’importanza dell’educazione e della cultura per lo sviluppo integrale di ogni essere umano e per la sua realizzazione come “persona”. Un centro, d’altra parte, che come tutte le realtà piccole, povere, dimenticate, fatica a sopravvivere e ad offrire ai bambini e ragazzi che lo frequentano un servizio adeguato, almeno dal punto di vista della pulizia, dell’igiene e della sicurezza.

Lo strumento cui gli organizzatori della serata hanno fatto ricorso per coinvolgere i presenti non solo nella solidarietà al progetto presentato, ma in un più ampio discorso su un tema che oggi purtroppo non è (più) così scontato, è stato il CANTO.

                                                      

Solisti, duetti, gruppi, cori di diversa formazione, età, provenienza si sono alternati – il pomeriggio di sabato 11 maggio – sul palco della sala conferenze di Villa Ximenes, in Via Cornelio Celso a Roma (sede italiana dell’I.T.), per presentare uno o più brani noti o meno noti, a volte originali, accomunati dal tema della solidarietà e dell’impegno in favore dei più deboli e bisognosi.

Il programma è stato aperto dal Coro polifonico della Basilica di S. Agnese fuori le mura, ed è proseguito con un duetto formato da Dorota (una giovane polacca), ed Eugenie (una giovane camerunense), che attualmente lavorano in Italia e hanno stretto amicizia, anche in nome della comune passione per la musica. E’ poi salito sul palco un numeroso e coinvolgente gruppo di giovani filippini (“The Vocals”) guidati dal loro maestro, che hanno eseguito tre brani tra cui la famosissima “We are the world”; poi due giovanissimi cantautori – Gimmy Kvex e Donof – con le loro canzoni originali; quindi la giovane studentessa Chiara che ha cantato “Africa”, e Lorenzo e Jacopo – due giovani che hanno fatto parte del MIT – con “Mio fratello che guardi il mondo” di Fossati e “La mia terra” dei Nomadi; in chiusura, una coppia di ACIT, Maura e Roberto, e Elia e Marco, cantautrice e musicista appartenente all’I.T. – la prima – e flautista – il secondo – che hanno eseguito un brano originale di Elia.

Il coinvolgimento di tutti i presenti ha dimostrato ancora una volta che la musica è un linguaggio universale, capace di stringere e rafforzare legami e sentimenti di amicizia e solidarietà; e che – anche in un tempo in cui i fatti di cronaca e le decisioni dei responsabili delle nazioni sembrano spesso testimoniare il contrario – resta forte nei cuori di tante persone il desiderio di pace, di giustizia, di solidarietà – appunto – nei confronti di ogni uomo e ogni creatura.

Roberto Jori