PRIMO CENTENARIO DELL'APPROVAZIONE PONTIFICIA DELL'ISTITUZIONE TERESIANA

L'Istituzione Teresiana (IT), attualmente riconosciuta come Associazione internazionale di fedeli,  fondata da san Pedro  Poveda,  celebra questo mese il centenario della sua approvazione pontificia. Per ricordare questo evento, è stata celebrata un'Eucaristia a Roma, nella Basilica di Sant'Agnese, presieduta dal card. Matteo Zuppi e concelebrata da alcuni vescovi, don Baldo Reina, don Daniele Salera e da diversi sacerdoti amici dell'Istituzione, giovedì scorso, 11 gennaio.

L'11 gennaio 1924 l'Istituzione Teresiana ricevette un “Breve” firmato da Papa Pio XI, con il quale questa associazione, al tempo chiamata Pia Unione, che aveva già diverse approvazioni di tipo  ecclesiale e civile in Spagna, otteneva il riconoscimento della Chiesa a livello universale. Questo fatto rese possibile la sua crescita, il suo passaggio ad altre latitudini e il suo ingresso in varie nazioni. Attualmente si trova in 30 paesi in Africa, America, Asia ed Europa. È presente in Italia dal 1934 e oggi celebra questo centenario in diverse città, in particolare a Roma, Rossano Calabro, Palermo e Catania.

Poveda volle un tipo di presenza semplice, che non fa rumore, inserita nella realtà, per testimoniare la gioia del Vangelo, al servizio di tutti e in primo luogo di coloro che sono più poveri. P. Poveda credeva in un positivo incontro tra fede e cultura, tra fede e modernità , in un’ottica evangelizzatrice che comprende sempre in sè anche un forte impegno per la promozione umana.

Nell’introduzione all’Eucarestia, la direttrice dell’Istituzione Teresiana in Italia, Paola Palagi, ha ricordato che : “Ciò che è nuovo o si rinnova nella chiesa ha sempre radici antiche: Padre Poveda, fondatore, santo e martire, nel pensare a un nuovo tipo di presenza evangelizzatrice desiderò una vita spiritualmente intensa, di laici che vivono immersi nella società, negli impegni professionali, nelle contradittorie realtà che contraddistinguono la storia. Per questo pose come riferimento essenziale il modello dei primi cristiani.

Egli pensò ai primi cristiani per la testimonianza senza compromessi, forte, coerente e al tempo stesso semplice, ordinaria negli aspetti esteriori della vita quotidiana. I primi cristiani, un numero piccolo ma capace di essere sale e lievito, di espandere la lieta notizia della salvezza. I primi cristiani, “quelli della via”, quelli che camminano insieme, avendo chiaro che la loro cittadinanza è nei cieli. Per questa fede e per questa speranza disposti a rischiare, ad affrontare sofferenze, opposizioni, incomprensioni e molti  anche il martirio.

Non è per caso quindi essersi riuniti in questa basilica dedicata a Sant’Agnese che ci richiama proprio a questi valori, a questo orizzonte”.

Il card. Zuppi nell’omelia, ricordando i molti buoni frutti  realizzati in questi cento anni, ha sottolineato l’attualità del carisma: resta fondamentale oggi evangelizzare attraverso l’educazione e la cultura e valorizzare il ruolo dei laici e in particolare delle donne.

Ha ricordato con gratitudine e stima una sua docente universitaria e amica, Maria Grazia Mara e tutti i membri dell’Istituzione Teresiana che dal Cielo sono in comunione con noi che viviamo la dimensione terrena.

Il card. Zuppi si è anche soffermato sul binomio “fortiter in re, suaviter in modo” che P. Poveda spiegava scrivendo: ”Vi sorprende la contradizione? Non c’è contradizione. Soavi, delicati, compassionevoli, miti, transigenti, benevoli, amabili… verso tutti; ma forti, duri, rigorosi, fermi con voi stessi”. Si tratta di un programma di vita sempre attuale che ci porta ad essere primi nell’azione, nella puntualità, nel lavoro, nel silenzio, nel raccoglimento, nella devozione, nello studio, nella carità, nel servizio del prossimo.

Dopo l’Eucaristia, nella sede dell’Istituzione di Roma in via Cornelio Celso 1 c’è stato un momento conviviale di festa.

Intervista all'IT di Palermo: https://www.youtube.com/watch?v=6XfXPuyCEPY

 

                                                                                                                                                                                       Info IT Italia

 

 


L’Incarnazione bene intesa, la persona di Cristo, la sua natura e la sua vita danno, a chi lo capisce, la norma sicura per arrivare ad essere santo, della santità più vera, rimanendo nello stesso tempo umano, dell’umanesimo vero.

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