LA SCUOLA DELL’ INFANZIA “PIO XII” DI FERRARA COMPIE CINQUANT’ANNI!

 

2. La storia cambia

Finita la signoria degli Estensi, questa zona conosce ancora devastazioni, pestilenze, carestie e abbandono, salvo qualche periodica bonifica da parte degli occupanti di turno, fino al periodo dell’unità d’Italia e del fascismo che vede qualche modesto miglioramento, attirando nella zona numerosi braccianti, provenienti anche dalle regioni limitrofe, in gran parte analfabeti e destinati a vivere in condizioni precarie, che costituiranno il nucleo di quelle masse socialiste, spesso in rivolta per rivendicare il loro diritto ad una vita più umana. Nel 1942 viene elaborato un primo progetto per la costruzione di un villaggio nella località “Barco”, di cui il “Resto del Carlino” dà ampia notizia.

Ma anche questo breve periodo di ripresa economica è presto dimenticato: durante la guerra  e la Resistenza, che in questa Regione conosce momenti drammatici, la zona si trasforma in una periferia agricola ma disabitata, e così rimane anche con la rapida espansione della Zona industriale che, dall’altra parte dell’arteria di grande traffico che la costeggia, si fa notare con le sue luci, i suoi fumi, i suoi rumori, ma, nell’insieme, con i suoi segnali di vita e di progresso. Fino a che….anche per soddisfare le numerose richieste dei lavoratori, che ogni giorno devono recarsi al lavoro in condizioni di grande disagio, e spesso lontani dalla propria famiglia, il progetto, che era rimasto nel cassetto per molti anni, verso la fine degli anni ’50 vede finalmente la luce e ne viene annunciata ufficialmente la realizzazione, con i finanziamenti del Piano Nazionale INA-CASA e il contributo della Cassa di Risparmio di Ferrara.

Nel 1959, per la sensibilità e il sostegno economico della Cassa di Risparmio, la prima struttura sociale, chiamata a rispondere alle esigenze delle giovani famiglie che vengono ad abitare nel Quartiere, è la Scuola dell’Infanzia (ex Scuola materna)“Pio XII”. L’Avv. Boari, allora Vice-Presidente della Cassa di Risparmio, che ben conosceva la problematica del quartiere nascente, e conosceva anche qualche membro ferrarese dell’Associazione laicale Istituzione Teresiana, ottenendo ulteriori e positive informazioni dal gesuita P.Federici, propose di affidare ad essa la gestione della Scuola. E così le allora giovani insegnanti, che venivano da varie parti d’Italia, si videro coinvolte, in una originale avventura. Sì, perché proprio di avventura si tratta, come si desume dai diari delle attività, che fedelmente descrivono il ritmo e il clima di quei primi anni.

Infatti la chiesa, già disegnata nel progetto originale del villaggio degli operai, ma in diversa collocazione, fu realizzata più tardi, a cura dell’Opera Pia Braghini Rossetti, a cui si deve anche la costruzione della Casa di Riposo per anziani che iniziò a funzionare nel 1962.

Perciò, mentre si stava ancora sistemando l’interno della costruzione, che doveva servire da Scuola Materna, dotandola di cucina, bagni, impianti di riscaldamento, etc., con un via vai continuo di operai, tecnici e supervisori, la futura Scuola stava funzionando anche come Centro sociale del Quartiere, in cui si svolgevano tutte le attività degli operatori sociali, del doposcuola, della Parrocchia e varie…

Queste origini hanno lasciato un’impronta indelebile nello stile di tutte le persone che si sono succedute nella gestione della Scuola, caratterizzandolo come stile dell’accoglienza. Chiunque ha messo piede in questa Scuola, alunni, parenti o amici, o semplicemente qualcuno che ha bisogno di risolvere un problema, sa che può trovare sempre la porta aperta  e una persona che l’accoglie cordialmente.

Ricordiamo che, in quegli anni, le contrapposizioni politiche erano piuttosto…energiche e che un quartiere, che nasceva come Villaggio destinato prioritariamente a famiglie di operai della zona industriale, finora disagiate e abituate a lottare per la sopravvivenza, non poteva che essere orientato verso una dinamica sociale…stile Peppone e Don Camillo!

Eppure…dopo un periodo di insulti volanti e di minacce immaginarie, che preoccupavano un po’ le giovani, armate solo di buona volontà e tanta fede, tutti compresero che la struttura nascente era animata da una forte sensibilità sociale e non faceva riferimento a nessuna parte politica. La competenza, la laboriosità, la simpatia e l’amicizia fecero poi il resto.

Per farci un’idea più concreta della vita di quegli anni, ricordiamo che il 16 novembre 1959, giorno d’inizio delle attività didattiche, i bambini iscritti alla Scuola erano 80 e quelli del doposcuola superavano i 90, senza contare tutti i gruppi di catechesi e di A.C. della Parrocchia, ancora itinerante, (dato che aveva un Parroco molto attivo, don Dioli, ma non una Chiesa), e tutte le persone di un Quartiere nascente che facevano riferimento all’unica struttura sempre aperta e disponibile.

Naturalmente, siccome le attività non conoscevano interruzioni o vacanze, se non molto limitate, ogni tanto qualche persona nuova veniva per dare la possibilità ad altre di godere di un breve periodo di riposo in famiglia o di dedicare tempo allo studio, alla formazione. Così molte persone si alternarono in questi cinquant’anni ed ogni generazione ne conobbe alcune, diverse tra loro, ma con la stessa passione educativa e lo stesso stile di accoglienza e partecipazione. Sì, perché questa Scuola non si limita ad organizzare incontri con le famiglie, ma ritiene che Scuola e Famiglia debbano educare insieme, collaborando, nei limiti del possibile, a rendere più condivise le attività, le feste, gli incontri vari, attraverso cui passano i valori educativi, altrettanto condivisi.

Con il passare degli anni, molte famiglie migliorarono la loro situazione lavorativa, economica e culturale, potendo trasferirsi in abitazioni migliori in altre zone della città o dei dintorni. Ma continuarono a portare i loro bambini in questa Scuola.

Ricordiamo che, come genitori di bambini dai 3 ai 6 anni, in genere si tratta di famiglie giovani, molte delle quali, passato il periodo adeguato, rimangono dei buoni collaboratori della Scuola per ogni evenienza e i cui figli tornano ogni tanto con nostalgia a visitare quegli ambienti in cui hanno passato tante belle giornate. Altri genitori continuano nel tempo a riunirsi presso la Scuola per riflettere su qualche lettura interessante  o per discutere su qualche problema.

Da un po’ di tempo vi sono anche genitori  immigrati, con tutte le solitudini e i problemi connessi, per cui la Scuola può essere spesso l’unico luogo in cui trovare ascolto, consiglio, amicizia, aiuto.

Nello stesso tempo si allenano, genitori e bambini, ad  accogliere la diversità come ricchezza e a riconoscere in ognuno la dignità della persona umana senza distinzioni e senza limiti, favorendo l’integrazione reciproca dei diversi e la costruzione della comunità nel Quartiere.

Oggi l’originario “villaggio” è oggetto di un radicale intervento di riqualificazione con la demolizione dei vecchi fabbricati, non più rispondenti alle esigenze ed agli indicatori qualitativi moderni, e la costruzione di nuove unità abitative. Anche questo intervento ha caratteristiche uniche per la vastità dell’area interessata e le modalità di esecuzione: è prevista la demolizione dei 52 fabbricati esistenti e la costruzione di 42 nuovi immobili per complessivi 530 alloggi contro i 203 precedenti, con una dimensione media che passa dai 40 mq del vecchio insediamento ai 70 mq. dell’attuale progetto. In questo intervento di recupero e riqualificazione attenzione particolare è stata data ai servizi per il quartiere (palestra, biblioteca, strade ecc.) che, contrariamente alla prassi ordinaria, sono stati realizzati prima della demolizione/costruzione dei nuovi appartamenti.

Ricordiamo che, proprio di fronte alla Chiesa, si trova l’originale edificio della Biblioteca Comunale “Bassani”, intitolata allo scrittore che, con il suo romanzo “Il giardino dei Finzi Contini”, fece conoscere Ferrara a tutto il mondo. Se qualcuno non sa come arrivare in questa zona, basta chiedere della Biblioteca “Bassani” e tutti sanno dare le opportune informazioni, con una certa punta di orgoglio.

Attualmente, inoltre, con l’adozione dei codici postali, il Villaggio o Quartiere “Barco” è solo una  memoria storica, perché è pienamente incorporato nella città di Ferrara con il C.P. 44122.

 


La Scuola dell’ infanzia “Pio XII” di Ferrara compie cinquant’anni - un po' di storia
La storia cambia
E la storia continua