Cosa possiamo dire di Elisa?

studenti santi3. Studenti santi

 

Forse tu eri universitario allo stesso tempo di Elisa nei primi anni sessanta, un periodo di cambio sociale che portò alle rivolte studentesche del ’68. Forse il tuo turno è stato prima, e hai completato gli studi negli anni che seguirono la Seconda Guerra Mondiale prima che il termine “cultura giovane” fosse emerso. Forse i tuoi anni di studente ebbero luogo più tardi quando le comunicazioni e i viaggi aprirono nuove prospettive per coloro che si affacciavano al sapere. Tutti questi periodi sono state epoche di cambiamento. Certamente se tu sei universitario oggi, sei cosi abituato al cambio da sorprenderti se qualcosa rimane la stessa.

Qualunque periodo ti è toccato vivere da studente, esso sicuramente è stato un tempo importante nella tua vita. È tempo di decisioni che danno forma al corso del tuo futuro, un tempo di provare nuove esperienze non dettato da un piano di studi, un tempo in cui s’incontrano persone nuove provenienti da altri luoghi.

Per Elisa questa esperienza fu vissuta a Palermo, la capitale della Sicilia, dove ha studiato nella facoltà di matematica e fisica.

Durante i cinque anni a Palermo, Elisa e varie compagne di scuola sono vissute alla “Casa della Studentessa”, una residenza universitaria gestita dall’Istituzione Teresiana.

Quelli sono stati anni felici. Durante l’anno accademico “La Casa della Studentessa” era come la propria casa per le giovani studentesse. Vi si offrivano diverse attività che aiutavano le universitarie ad ampliare la loro formazione: lezioni di spagnolo e d’inglese, seminari, visite organizzate ai musei, viaggi. Si dava loro anche l’opportunità di progredire spiritualmente: ogni anno si organizzavano ritiri spirituali nelle vicinanze di Palermo e nel mese di maggio si visitavano santuari mariani. Le universitarie facevano anche volontariato negli ospedali e nelle aree depresse della città.

Nella residenza, insieme alle ragazze, vivevano anche alcuni membri dell’Istituzione Teresiana, studentesse o giovani insegnanti. Se c’era tempo, dopo il pranzo, si divertivano a giocare insieme a palla a volo e la sera, quando tornavano dalle lezioni, avevano molto da condividere e di solito le si vedeva conversare nel cortile.

Quel cortile centrale era un posto perfetto per tutte nella “Casa della Studentessa”. Di sera era ombreggiato e fresco e il profumo e i colori dei fiori è rimasto nella memoria di tutte quelle che sono vissute lì. Lì i membri dell’Istituzione Teresiana si riunivano la sera per scambiare idee, leggere qualche buon libro, cantare, cucire e  le studentesse regolarmente si univano a loro.

Sedute in piacevole conversazione è facile immaginare che le giovani studentesse possano avere chiesto i motivi per cui l’Istituzione Teresiana portava avanti quella particolare attività e abbiano quindi ascoltato la storia di San Pedro Poveda e di come lui si era reso conto che nel ventesimo secolo era arrivato il tempo per le donne di assumere il loro giusto posto nel campo della cultura e dell’istruzione. Aveva fondato collegi per giovani donne iscritte alle scuole magistrali e, appena le università avevano aperto le porte alle donne, si era reso conto che quelle ragazze avevano anche bisogno di residenze dove abitare.

Le residenze di Pedro Poveda non erano soltanto posti per dormire, mangiare e studiare. Esse erano molto di più. Offrivano alle giovani studentesse opportunità per crescere spiritualmente, intellettualmente e umanamente.

Da giovani possiamo non sapere che ci sono varie dimensioni della crescita e che è facile rimanere immaturi in uno di questi aspetti. Se noi, come Elisa, siamo stati tanto fortunati da trascorrere i nostri anni di formazione in posti dove tutte queste dimensioni sono state curate allora siamo stati veramente benedetti dal Signore.

Gli educatori come Pedro Poveda si riferiscono a questo quando parlano di una educazione a 360 gradi. La gente che è equilibrata e matura in ogni dimensione può assumere un ruolo fondamentale nella formazione della nostra società.


Cosa possiamo dire di Elisa?
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6. Dicono che lei era santa
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